La maggioranza di centrodestra ha depositato in commissione Lavoro alla Camera un emendamento soppressivo della proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo, il cui testo base è stato approvato mercoledì. La proposta di modifica, se passasse, sopprimerebbe quindi il testo unitario sostenuto da Pd, M5S, Azione, Avs e +Europa, a prima firma del leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte, che prevede un salario minimo di 9 euro lordi l’ora. La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone continua a ripetere il refrain che la misura non serve perché – a dispetto delle evidenze sulla diffusione del lavoro povero – basta la contrattazione. Uno studio diffuso giovedì dalla Fondazione dei consulenti del lavoro, che fa capo all’ordine di cui fino allo scorso autunno è stata presidente Calderone stessa, mostra che su 63 contratti collettivi “selezionati tra i più rappresentativi” ben 22 hanno minimi retributivi sotto i 9 euro. Dal ccnl per il personale dipendente dai settori socio assistenziale, socio sanitario ed educativo a quello dell’industria del vetro. E si tratta di una stima al massimo ribasso visto che la fondazione, nel tentativo di portare acqua al mulino dei contrari, ha calcolato il minimo contando anche i ratei di mensilità aggiuntiva (13a ed eventuale 14a) e la quota di Tfr, che sono elementi del trattamento economico complessivo (Tec).

“Carovita? Lavoro sottopagato? Buste paga indegne? Ecco la risposta del governo: un emendamento confezionato in fretta e furia per sopprimere la nostra proposta sul salario minimo legale che darebbe a milioni di cittadini il diritto a una paga dignitosa”, commenta Conte. “Mentre non arriva nessun segno di vita da questa maggioranza per annullare il vergognoso ripristino dei vitalizi in favore dei parlamentari. Blaterano di ‘patriottismo’ ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi. Non a favore degli italiani che – due su tre – chiedono un salario minimo legale. Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani”. L’ex ministra del Lavoro e coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del M5S Nunzia Catalfo parla di “atteggiamento inaccettabile, per di più alla luce degli ultimi dati Ocse secondo cui l’Italia è fanalino di coda per i salari tra le grandi economie avanzate del pianeta, figlio di una stantia visione ideologica che lede i diritti di milioni di cittadini di questo Paese”.

Per la segretaria del Pd, Elly Schlein “chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione? Dietro quelle retribuzioni da fame ci sono contratti pirata, falsi appalti, false imprese, false cooperative, abuso di contratti precari. La maggioranza non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri. Ci ripensi e approvi con noi questa proposta”.

“La destra ha gettato la maschera”, scrive dal canto suo su Twitter il responsabile economico del Pd Antonio Misiani. “Nessuna contro proposta, nessuna ricerca di un punto di incontro con le opposizioni. Un no puro e semplice. Pregiudiziale. Ideologico. Uno schiaffo in faccia a tre milioni di lavoratrici e lavoratori sottopagati e sfruttati”. “Più di 3 milioni di lavoratori poveri, 3,5 milioni di lavoratori con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Alla maggioranza non bastano questi dati per capire che la situazione salariale nel nostro paese è ormai insostenibile”, aggiunge Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro nella segreteria nazionale del Pd. “Non basta sapere che i salari reali sono calati, che l’inflazione falcidia il potere d’acquisto delle retribuzioni. Che con i contratti pirata, i falsi appalti a false imprese e false cooperative, le esternalizzazioni e l’abuso dei contratti precari si cerca solo di comprimere la retribuzione dei lavoratori, dipendenti e autonomi. Non ci arrenderemo a tanta prepotenza”.

“È più forte di loro, non c’è storia: fare la guerra ai poveri è lo sport preferito dalla destra di questo Paese. Voler sopprimere la proposta di legge sul salario minimo è indecente”, scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Deve essere chiaro agli italiani che Meloni, Salvini, Tajani intendono difendere chi paga poco o chi sfrutta il lavoro altrui”. Per il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli, “dopo l’elemosina di stato di 1 euro al giorno, dalla destra arriva l’ennesima umiliazione. Non hanno ritegno e non hanno alcuna attenzione alla povertà sociale e alle condizioni di lavoro di chi oggi lavora per 3 euro l’ora. La maggioranza Meloni difende le grandi aziende che continuano a sommare extraprofitti e sono professionisti di guadagni da un milione di euro ogni 58 minuti, come nel caso di Santanchè e La Russa. Per questa destra chi è povero e sfruttato deve rimanere tale. Una sola parola: vergogna”.

Walter Rizzetto, presidente di Fdi in commissione Lavoro alla Camera, interpellato da LaPresse sostiene che “il centrodestra ha almeno calendarizzato una proposta per poi continuarne la discussione. La sinistra e il centrosinistra in oltre 10 anni digoverno non erano nemmeno riusciti a portarla nelle aule. Useranno questo passaggio alle Feste dell’Unità. Legittimo, ma noi, al contrario, cercheremo di lavorare sul welfare, sulla occupazione, sui massimi ribassi (esattamente ben digeriti dalla sinistra) sul lavoro di cura domiciliare, sulla detassazione dei rinnovi dei contratti e sullo stesso rinnovo. Questa è la differenza tra chi fa e chi invece urla nelle piazze e poi nelle aule della politica vota l’esatto opposto. Esattamente come qualche sindacato che oggi si scandalizza ma qualche giorno fa ha proposto un rinnovo a 5 euro l’ora in un determinato settore. Come mai non hanno proposto 9 euro almeno? Questo dà la misura della sola propaganda fine a se stessa che vogliono applicare sul tema”.

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Conte a Meloni: “Salario minimo o vitalizi, qual è la vostra visione di Paese? È un mondo capovolto, non vi daremo tregua”

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