L’ipotesi di una “rimodulazione” del concorso esterno in associazione mafiosa spacca il governo e i partiti della maggioranza. Da un lato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, spalleggiato da Forza Italia (favorevoli a “smantellare” il reato), e dall’altro il partito di Giorgia Meloni e la Lega. A nulla è servito il deciso stop del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, braccio destro della premier, Nordio non arretra e Antonio Tajani lo sostiene. La fattispecie per cui sono stati condannati in via definitiva Marcello dell’Utri, Nicola Cosentino e Antonio D’Alì (ed è imputato – in due processi – un altro ex politico di Forza Italia, Giancarlo Pittelli) è la causa di una nuova profonda frattura tra i partiti di governo.

L’idea di Nordio – Tutto inizia quando il ministro della Giustizia lancia la sua idea, tra una risposta e un’altra, in una una lunga intervista a Libero pubblicata il 12 luglio. Alla domanda “Non andrebbe cancellato anche il reato fantasma quello di concorso esterno?”, Nordio non si tira indietro e risponde senza giri di parole: “Andrà rimodulato”, promette, ricordando che “sul concorso esterno, la Commissione per la riforma del codice penale che è stata istituita nel 2002 e da me indegnamente presieduta aveva all’unanimità deciso che il concorso esterno in associazione mafiosa fosse un reato evanescente e andasse completamente rimodulato secondo i criteri del concorso di persona nel reato”. L’idea è lanciata e il Guardasigilli assicura che comunque questo non interferirà “minimamente sulla lotta alla mafia”.

I primi malumori – Mentre iniziano ad arrivare le prime critiche alle sue esternazioni (e i malumori trapelano anche dagli stessi esponenti di Fdi), Nordio sfrutta poche ore dopo un’evento organizzato da Fratelli d’Italia per ribadire il concetto: ricordando che il concorso “non esiste come reato” ma “è una creazione giurisprudenziale”, sottolinea che “il concetto stesso è contraddittorio, un ossimoro“. “Noi non vogliamo eliminare il concorso esterno. Sappiamo che si può essere favoreggiatori all’esterno dell’organizzazione. Ma allora va rimodulato il reato che in questo momento non esiste. La fattispecie penale in questo momento non è strutturata. Pensare che si possa fare in questo modo un favore ai mafiosi è vuota metafisica”, ribadisce dal palco dell’evento La Giustizia in Piazza a Roma. “Non se ne parla neanche”, reagiscono subito da Fratelli d’Italia, lo stesso partito che nelle sue fila ha eletto Nordio in Senato e al quale ha affidato la guida del ministero della Giustizia.

Il No di Mantovano – Il 13 luglio a sconfessare il ministro arriva un esponente di primo piano di Fdi, nonché fedelissimo della presidente del Consiglio. “Ai parenti delle vittime di mafia – a Salvatore Borsellino e Maria Falcone – dico che modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità”, afferma al Fatto Quotidiano il sottosegretario Alfredo Mantovano. “La giurisprudenza sul concorso esterno è consolidata” e “non c’è bisogno di aprire un altro fronte”, spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma neppure la presa di posizione di un soggetto politico tanto vicino alla premier riesce a calmare le acque.

Contrario anche Salvini – Carlo Nordio non arretra, anzi rilancia. Dalle pagine del Corriere della sera del 14 luglio sottolinea l’esigenza di una “norma ad hoc molto semplice e molto chiara” per un reato che è “un enigma dentro un indovinello avvolto in un mistero“. A pochi giorni dall’anniversario della Strage di via D’Amelio, il ministro della Giustizia scuote la maggioranza. E dopo Fratelli d’Italia arriva anche la presa di posizione di Matteo Salvini. Per il leader della Lega la modifica del concorso esterno in associazione mafiosa “non è la priorità”. “Serve una riforma della giustizia urgente, efficace e condivisa non contro nessuno ma coivolgendo tutti, magistrati compresi, sperando che nessuno sia bloccato dall’ideologia”, ha aggiunto Salvini.

Il sostegno di Tajani – Per Nordio il sostegno arriva da Forza Italia e dall’esponente di “rango” più alto del partito fondato da Silvio Berlusconi. “Sul concorso esterno da un punto di vista giuridico credo che abbia ragione il ministro Nordio, ne parleremo, ma non si tratta di cambiare o rendere più debole la lotta alla malavita organizzata, anzi, dobbiamo indurire la lotta alla malavita organizzata”, commenta il vicepremier Antonio Tajani a margine del suo intervento a Piazza Italia, organizzato a Roma dal coordinamento romano di Fratelli d’Italia. “Leggendo attentamente quello che ha detto il ministro Nordio, lui credo voglia rinforzare una posizione, non indebolirla. Comunque ne parleremo”, assicura il leader azzurro difendendo l’idea del Guardasigilli e rimarcando le visioni molto distanti interne alla maggioranza.

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