“Amo, mi sono risvegliata da La Russa… ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri”. Così inizia lo scambio di messaggi tra la 22enne che ha querelato per violenza sessuale Leonardo Apache La Russa, 19 anni, terzo e ultimo figlio del presidente del Senato Ignazio, e l’amica con cui la notte prima era andata a ballare all’Apophis, esclusivo club milanese in zona Duomo. A riportare ampi passaggi delle chat è il Corriere della sera in un articolo a firma di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella, che citano l’atto di querela presentato il 29 giugno dal legale della ragazza, Stefano Benvenuto. È all’Apophis che la presunta vittima incontra Leonardo, suo ex compagno di scuola: sulla conclusione della serata, però, è buio pesto. “Mi sto prendendo male, ma davvero, troppo. Cosa è successo? Amo mi sono svegliata qui da lui e non ricordo nulla. Aiuto…”, scrive. In quel momento Leonardo è fuori dalla stanza, nella casa dove abita con i genitori in zona Buenos Aires, mentre lei è da sola, nuda, nel suo letto. A un certo punto, vedendola, alla porta della camera si affaccerà persino Ignazio: con il politico la ragazza ha avuto un breve dialogo ed è per questo che la sua difesa vuol chiamarlo a testimoniare in un eventuale processo.

“Tu sei da lui ora?”, “Avete fatto sesso?”, “scappa, scherzi, va’ via subito“, la incoraggia l’interlocutrice. Che racconta che a un certo punto della serata, dopo che La Russa jr le aveva offerto da bere, l’aveva vista perdere il controllo: “Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri, sei corsa via e non ti ho più trovata. Fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr)”, ma “non è quello che ti ha fatto diventare strana, è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare, io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” (…) Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme (forse si riferisce ancora alla droga, ndr)”. Racconta, ancora, di aver tentato di portarla via dal club senza successo: “Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori. Alle tre ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui“. È a quel punto che la 22enne si convince: “Amo, mi ha drogata, per forza”. “L’abbiamo fatto, da come dice, ma non mi ricordo nulla”. “Ho paura, me ne sto andando”.

“Spero lo denunci”, le dice l’amica. Ma la presunta vittima sembra ancora titubante: “Denuncio… come?”. “Ti ha per forza drogata, non può essere “c” (forse “cocaina”, ndr). Non ti fa quell’effetto. Non era mai successo tutte le altre serate”, è la risposta. “Mi ha drogata“, concorda la ragazza. “Mi ricordo tutto perfettamente fino a un certo punto. Ma ti rendi conto… Che vergogna. Sto uscendo. Non ho parole… Inizia pure a girarmi la testa… Sono terrorizzata, sto aspettando che mi porti le mie cose, vestiti e cose varie. No, me ne vado”. La chat si interrompe e riprende alle 15:18, quando la 22enne sta andando alla clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano a farsi visitare: “Vado in ospedale. Sta venendo mia madre a prendermi”. E l’amica le dà l’ultimo consiglio: “È giusto che denunci la cosa, però stai veramente attenta, suo padre è il presidente del Senato”. Oggi la denunciante sarà ascoltata in Procura dalle pm titolari del fascicolo, la sostituta Rosaria Stagnaro e l’aggiunta Letizia Mannella, insieme al capo della squadra mobile milanese Marco Calì. È stato identificato anche il terzo ragazzo presente in casa La Russa la notte del presunto stupro, dj Nico: secondo il racconto di Leonardo alla ragazza, anche lui ha avuto un rapporto con lei a sua insapute.

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