Una nuova ondata di calore sta interessando il nostro Paese, con le temperature che crescono gradualmente su tutta l’Italia e nove città da bollino arancione a partire da domenica 9 luglio. L’allerta rischio salute per la fascia di popolazione più fragile è scattata a Bolzano, Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino e Viterbo. Bollino giallo, e quindi pre-allerta, per tutti gli altri centri urbani monitorati nel bollettino del ministero della Salute, ad eccezione di Bari, l’unica delle 27 città con bollino verde (assenza di rischio). Le ondate di calore si verificano quando vengono registrate temperature molto elevate per più giorni consecutivi, e sono spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione, che possono rappresentare un serio rischio per la salute della popolazione.

Ma non finisce qui: da lunedì 10 luglio sono attesi picchi di oltre 40 gradi in Sicilia e Sardegna. Ad anticiparlo è il direttore del Consorzio Lamma-Cnr, Bernardo Gozzini, precisando che “la massa d’aria calda di origine subtropicale in arrivo sull’Italia già da domenica sta provocando l’aumento del caldo, ma le temperature più alte si dovrebbero registrare tra lunedì e mercoledì“. E se saranno le isole maggiori a soffrire di più, con punte di oltre quaranta gradi, non se la passeranno meglio la Pianura Padana e altre grandi città come Roma e Firenze, dove le temperature massime raggiungeranno i 37-38 gradi. Questi valori, sottolinea il climatologo, “sono 6-7 gradi più alti rispetto alla media delle temperature massime di luglio”. Secondo Gozzini, al Centro-Sud le temperature potranno continuare a essere roventi anche dopo giovedì 13, almeno fino a sabato, mentre al Centro-Nord la situazione potrebbe migliorare grazie a temporali sull’arco alpino e sull’Appennino tosco-emiliano. Da ricordare, sottolinea però l’esperto, che quelle da giovedì in poi sono previsioni indicative, di cui si attende la conferma nei prossimi giorni.

“Il caldo eccessivo determina problemi sanitari in quanto può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea”, avverte il presidente di Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani. “Il corpo umano si raffredda attraverso la sudorazione, ma un’umidità eccessiva impedisce al sudore di evaporare, con il calore corporeo che aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare organi vitali e il cervello. Temperature eccessivamente elevate possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione”. Dalla società arrivano anche consigli pratici per difendersi dal caldo: tra questi, assumere almeno tre litri di acqua durante la giornata, evitare alcolici e preferire cibi come frutta e verdura. Quando si esce di casa meglio proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo. Da ricordare di evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde, schermare le finestre esposte al sole (utilizzando tapparelle, persiane, tende), chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Meglio fare bagni e docce frequenti, ma con acqua tiepida.

A correre i maggiori rischi con l’arrivo del super caldo sono però gli anziani. “Gli anziani sono pazienti molto delicati dal punto di vista delle funzioni renali”, dichiara all’Adnkronos Salute Francesco Dentali, Presidente Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti). “Se si disidratano corrono più pericoli. La pressione può abbassarsi troppo e c’è il rischio dello scompenso cardiocircolatorio e del ricovero”. Cosa fare dunque per prevenire queste situazioni? “È bene che chi usa farmaci per la pressione preveda, in questo periodo di passaggio da temperature normali ai picchi di caldo, un appuntamento dal medico di famiglia per rivedere il dosaggio dei farmaci. Dopo il Covid vediamo pazienti anziani sempre più fragili, il cui scompenso è labile e quindi bastano piccole cose per metterne in difficoltà l’organismo. Per questo ci aspettiamo nei prossimi giorni una ondata di accessi al Pronto soccorso e, ma speriamo proprio di no, di ricoveri proprio con questo identikit”.

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