All’inizio di maggio, in piena emergenza idrica, il presidente della giunta regionale del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha inviato al Ministero delle Infrastrutture un piano per affrontare la siccità con opere urgenti per 400 milioni di euro. Non si trattava di una novità, nel senso che molti interventi erano presenti in precedenti piani che non sono mai stati attuati. In questo caso, al primo punto dell’elenco compariva la realizzazione di una diga sul Vanoi, per uso plurimo acquedottistico, irriguo e idroelettrico, nel comune di Lamon, che si trova in provincia di Belluno. Costo previsto 150 milioni di euro. Il Vanoi scorre tra Veneto e Trentino Alto Adige. A nord di Lamon c’è infatti Fiera di Primiero, comune della Provincia di Trento.

L’annuncio dato da Zaia ha fatto scoppiare una guerra tra le due amministrazioni regionali guidate dalla Lega. Già a fine aprile a svelare l’esistenza del progetto era stato il Movimento 5stelle, con il consigliere provinciale trentino Alex Marini. “Siamo stati i primi a far cadere il velo del silenzio che gravava sulla vicenda della diga del torrente Vanoi, un progetto da Pnrr, arrivato addirittura in Gazzetta Ufficiale senza che nessuno in provincia di Trento se ne accorgesse”. La sostanza dell’accusa è che il Veneto ha ripreso il progetto al punto da interessare il Ministero delle Infrastrutture, mentre a Trento dicono di non averne saputo nulla.

L’interrogazione presentata da Marini sollevava la questione della diga in una zona di massima pericolosità, a causa delle frane. “Abbiamo chiesto alla giunta di chiarire gli sviluppi con il Veneto e le comunicazioni avute con Zaia. Dando l’ennesima prova del proprio essere ‘diversamente coraggioso’ il presidente Maurizio Fugatti ha mandato avanti il suo vice Mario Tonina il quale non ha trovato di meglio che ribadire come la Provincia fosse all’oscuro di tutto. Bisognerebbe credere alla favola dei progetti per dighe giganti venete che spuntano in terra trentina senza che nessuno se ne dia per inteso?”.

A riprova, Marini ha citato una votazione del consiglio regionale del Veneto che nell’agosto 2022 aveva approvato una mozione del leghista Giuseppe Pan che impegnava la giunta Veneta a farsi portavoce della realizzazione della diga sul Vanoi. Possibile che Zaia non avesse interpellato Fugatti, visto che poi ha mandato il progetto al ministro Salvini? L’opera consiste in un bacino di riserva idrica che interesserebbe l’asta del Brenta e tra Bassano Vicenza e Padova. L’opera è stata decisa e finanziata e processata progettata dalla giunta regionale Veneto e dal consorzio Brenta con sede a Cittadella nel padovano.

Alla fine è intervenuto anche Fugatti dicendo: “Siamo assolutamente contrari, condivido appieno quanto detto dal mio collega Tonina: da Trento è partita una nota per la Regione Veneto in cui si manifesta la contrarietà a quest’opera”. Com’è possibile che il Veneto non avesse informato il Trentino? “Non sono a conoscenza dei passaggi tecnici, ma se lo hanno fatto significa che potevano fare la progettazione”.

Il progetto è del Consorzio Bonifica Brenta per un bacino da 33 milioni di metri cubi, con una portata media annua di 119 milioni di metri cubi d’acqua. Il Comitato difesa del torrente Vanoi ricorda che dalle analisi geologiche effettuate nel 1958 risulta la presenza di importanti cavità di sabbia sui lati della montagna a fianco del corso d’acqua, a riprova di instabilità geologica che consigliano di non costruire un invaso.

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