“In attesa di conoscere le cause e la dinamica dell’incendio, ci auguriamo che il Comune di Milano voglia finalmente riaprire il tavolo di lavoro annunciato durante l’ultima campagna elettorale sulla revisione dei criteri di assegnazione a gestori privati delle Rsa pubbliche”. A mettere il dito nella piaga del caso della Rsa milanese andata a fuoco nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 luglio uccidendo sei persone e intossicandone 81, è stata l’associazione Felicita per i diritti nelle Rsa nella sua nota di cordoglio per la vicenda. “L’affidamento a gestori privati (in genere cooperative) di strutture pubbliche pone un grande tema di controllo e di sicurezza, in particolare quando si tratta di tutelare la vita e la salute di persone fragili come gli anziani non più autosufficienti”, conclude l’associazione.

Secondo quanto emerso nel corso della giornata, la struttura che il comune di Beppe Sala ha affidato alla gestione della cooperativa emiliana Proges, aveva un noto problema all’impianto antincendio. “A causa delle problematiche degli impianti di rilevazione fumi delle due strutture – si legge in un volantino su carta intestata Proges firmato dalla direttrice Claudia Zerletti e pubblicato da Milano Today – nel turno notturno ore 21.00 – 7.00 (ove cala il personale) sarà presente in struttura un addetto di un’azienda specializzata nella lotta anticendio ad alto rischio (si alterneranno due addetti)”.

Non solo. Un’operatrice della struttura intervistata dall’Ansa ha raccontato come nella Casa per i Coniugi “gli operatori erano troppi pochi”. La donna riferisce di aver ricevuto una chiamata dalla struttura: “Io non ero di turno. Mi hanno chiamata al telefono questa notte dalla reception verso le 3.30. Era la mia collega della Rsa che piangeva disperata chiedendomi di venire a dare una mano perché era scoppiato l’incendio in un reparto”. Quando è arrivata il primo piano del palazzo “era invaso dal fumo, l’odore era molto forte”. Il racconto sottolinea come “con i rinforzi eravamo tantissimi, ma all’inizio erano in pochi, di solito la notte siamo 5 operatori. Prima del Covid eravamo in due, dopo di che in uno per reparto. Abbiamo anche fatto una riunione nell’ambito del sindacato perché anche noi abbiamo paura di accudire così tanti ospiti di notte. La risposta dell’Rsa è stata che stavano vedendo, che dovevamo portare pazienza e che avrebbero sistemato”.

Saranno il nucleo investigativo dei vigili del fuoco e gli agenti della polizia scientifica a compiere gli accertamenti per verificare se l’allarme e il sistema antincendio erano funzionanti, se l’sos lanciato dagli operatori sia stato tempestivo e se il numero di persone in servizio fosse sufficiente per garantire la sicurezza. Gli investigatori dovranno anche chiarire se il malfunzionamento all’allarme dell’avviso della direzione abbia qualche rapporto con la tragedia, mentre i sindacati da più parti chiedono “un’indagine approfondita su quanto avvenuto, capace di dare una risposta esaustiva su come la vicenda si sia sviluppata ed individuare le eventuali responsabilità”.

Il tema è di grande attualità per le difficoltà che il settore sta attraversando stretto tra i tagli del pubblico e la ricerca del profitto da parte dei gestori. Ancor di più a Milano e alla Casa dei Coniugi, raro caso di proprietà del Comune. La storica struttura si trova in un edificio del 1920 alla periferia Sud del capoluogo lombardo ed è diventata una casa di riposo nel 1955. Il Comune l’ha gestita direttamente fino al 2009 quando l’ha affidata a ProGes, una cooperativa nata a Parma nel 1993 che si occupa del settore educativo, di salute mentale e sociosanitario. Con 3.850 dipendenti ha 375 strutture in 12 regioni, di queste 52 sono sono residenze per anziani.

Nella struttura di via dei Cinquecento – dove nei periodo del Covid ci sono state decine di morti – lavorano 128 dipendenti oltre a otto infermieri, ci sono 210 posti accreditati, di cui 147 in convenzione con il Comune e 63 gestiti direttamente da Proges. Giovedì notte nell’edificio si trovavano 167 degenti. Secondo Massimo Preziuso della Uil Fpl Milano, “c’era troppo poco personale”. In generale nelle Rsa, ha aggiunto la Cgil, i lavoratori “operano troppo spesso con risorse limitate e carichi di lavoro pesantissimi”. “Il sistema – ha aggiunto il segretario Spi Cgil Ivan Pedretti – va ripensato mettendo al centro i diritti delle persone, bisogna pensare a una riforma delle case di riposo e delle Rsa, di cui è comunque necessario anche un censimento”. Dal canto suo la comunità di Sant’Egidio spera “che questo grave episodio sia occasione di un ripensamento delle grandi strutture per anziani perché si trasformino in ambienti a misura di persona e che la società tutta si impegni per dare dignità all’età anziana”.

Mentre Proges, che nel 2021 ha realizzato oltre 400mila euro di utili su fatturato di 116 milioni di euro, ha scelto la prudenza, assicurando in una nota del direttore generale Giancarlo Anghinolfi di essere “impegnata con tutte le sue persone a supportare i soccorritori, che ringraziamo per la loro dedizione, e le Autorità nell’accertamento della dinamica dell’evento prestando loro la massima collaborazione”. Non più tardi di tre giorni fa la cooperativa ha approvato il bilancio 2022 alla presenza, da remoto, del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e del vicesindaco di Parma. I conti dell’anno scorso hanno evidenziato una crescita del fatturato superiore al 30 per cento e l’obiettivo a fine triennio è di superare i 190 milioni di ricavi.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Maternità surrogata, il Viminale: “Per la Corte Ue l’Italia non viola i diritti sulle mancate trascrizioni degli atti di nascita all’estero”

next
Articolo Successivo

A Roma l’8 e il 9 luglio si torna in campo per la SMA: al via l’edizione 2023 del SMAspace, con il torneo di powerchair football

next