“Nessuna particolare strategia”. Gli eredi di Leonardo Del Vecchio hanno così cercato di buttare acqua sul fuoco della speculazione accesa da Repubblica che nella prima pagina dell’edizione di lunedì 3 luglio parla di “assalto” alle Assicurazioni Generali, con gli eredi Luxottica nel ruolo di assaltatori.

A dare il via alla trama la notizia, emersa domenica, che la holding Delfin a metà aprile aveva presentato alla vigilanza delle assicurazioni, l’Ivass, la richiesta di poter portare sopra la soglia del 10% i propri diritti di voto nella compagnia di Trieste. La risposta è stata positiva e secondo il quotidiano della famiglia Elkann la mossa sarebbe ilo schieramento delle truppe per una nuova battaglia per il controllo dell’ultima cassaforte del Paese.

La versione di Delfin, invece, è che appunto la richiesta accolta dall’Ivass venerdì 30 giugno, “non sottintende alcuna particolare strategia, se non quella di agire in conformità alle regole rispetto alla propria posizione quale azionista della compagnia assicurativa triestina”. A renderla necessaria ai sensi di legge è stato il piano di acquisto di azioni proprie avviato da Assicurazioni Generali nell’agosto del 2022 e implementato nei mesi successivi. In conseguenza di ciò i diritti di voto nella compagnia relativi ai titoli acquistati dalla società sono stati sospesi, determinando “il superamento involontario, da parte di Delfin, della soglia del 10% dei diritti di voto esercitabili in Assicurazioni Generali”.

In altre parole, la torta si è ridotta e i Del Vecchio a parità di capitale, cioè senza comprare neanche un titolo Generali, hanno aumentato il loro peso. Fin qui tutti d’accordo, tuttavia Repubblica obietta che Delfin avrebbe potuto riallinearsi vendendo un po’ di azioni sul mercato e attribuisce alla holding l’intenzione di andare ben oltre il 10% e rotto attuale forte dell’autorizzazione dell’Ivass che le permette di arrivare fino al tetto successivo del 20 per cento. E siccome non ha venduto, è il ragionamento del quotidiano romano, intende comprare. Mentre la holding dice di non avere secondi fini se non quello di continuare a esercitare legalmente le proprie prerogative di azionista.

Solo il tempo potrà dire chi ha ragione. Intanto a Piazza Affari la fantasia galoppa insieme al titolo delle Generali che in scia alla notizia ha guadagnato il 3,38% a 19,3 euro dopo aver registrato un balzo iniziale superiore al 5 per cento. Bene anche Mediobanca, primo azionista delle Generali e parte avversa di Delfin che ha messo a segno un +1,5% a 11,12 euro in un mercato che ha guadagnato lo 0,77 per cento.

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