Sale l’inflazione tedesca in giugno. I prezzi al consumo registrano un + 6,4% rispetto allo stesso mese del 2022, in maggio il tasso di aumento era del 6,1%. Come riporta l’Ufficio federale di Statistica, in base a dati provvisori,i prezzi sono saliti dello 0,3% rispetto allo scorso maggio. Il tasso d’inflazione al netto dei generi alimentari e dell’energia, indicato come inflazione di fondo, è previsto al 5,8%, rispetto al +5,4% di maggio. Il carovita scende viceversa in Spagna dove si attesta all’1,9%, il tasso più basso da aprile 2021 e al di sotto di quel 2% considerato il valore ottimale dalla Banca centrale europea. Considerati le dimensioni delle due economia è però il dato tedesco ad avere maggior peso negli orientamenti della Bce. Il riaccendersi del carovita tedesco non è una buona notizia neppure per l’Italia (uno dei paesi dell’area euro con l’inflazione più elevata, seppur in calo a giugno), il cui governo chiede a gran voce un rallentamento sul percorso di rialzo dei tassi. Ieri la presidente Christine Lagarde ha ribadito che in luglio ci sarà un nuovo aumento e che la banca centrale “ha ancora del lavoro da fare”.

Stamane il governatore della Federal Reserve (la banca centrale americana) Jerome Powell ha detto che “Una ampia maggioranza del comitato federale del mercato aperto si aspetta che sarà opportuno aumentare i tassi di interesse due o più volte entro la fine dell’anno. Le pressioni inflattive continuano a essere elevate e il processo per tenere l’inflazione al 2% ha ancora molta strada da fare”. Se i tassi statunitensi salgono è difficile che quelli europei non li seguano, una distanza eccessiva tra il costo del denaro americano ed europeo creerebbe infatti squilibri dannosi per l’economia. “Siamo tutti consapevoli delle conseguenze delle decisioni della Bce. Queste sfide vanno valutate rispetto all’alternativa. L’alternativa è che se non si riduce l’inflazione in Europa, in particolar modo nella zona euro, ci ritroveremo ad essere più poveri. Se non riusciamo a riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine della Bce, le conseguenze che questo avrà sugli standard di vita nell’Unione europea. Si faranno sentire nei prossimi anni. Quindi penso che siano necessari provvedimenti per evitare uno scenario di questo genere”, ha detto oggi il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe rispondendo indirettamente anche alle critiche di Meloni, Salvini, Urso e Tajani.

Tassi alti tendono a frenare la corsa dei prezzi ma rallentano anche l’economia. Ieri Lagarde ha detto che una recessione europea al momento non è prevista ma che il rischio esiste. “La Bce ritiene che le prospettive per la crescita e l’inflazione restano altamente incerte”: lo scrive la Banca centrale europea nel nuovo bollettino economico in cui si legge anche come ad aprile i tassi sui prestiti “hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4% per i prestiti alle imprese e il 3,4% per i mutui ipotecari”. Oggi l’indicatore del clima economico (Esi) misurato dalla Commissione europea nell’area euro ha segnato un calo di 1,1 punti a 95,3 a causa della minore fiducia nelle prospettive della manifattura , nelle costruzioni, nei servizi e, a in misura minore, nel commercio al dettaglio.

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