Gli ultimi casi, dopo Roma e la Liguria,erano stati registrati nel Salernitano. La Peste suina africana (PSA) ora è arrivata in Lombardia. “Se non si interviene subito, sarà catastrofe nazionale” secondo Cia-Agricoltori Italiani. Sono state ritrovate nella regione due carcasse di cinghiale infette, una a Bagnaria (Pavia) e l’altra in Oltrepò Pavese. Gli esami dell‘istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche hanno confermato la causa del decesso dei due animali. la peste suina, causata da un virus della famiglia Asfaviridae. Entrambi i casi, soprattutto il primo perché individuato nella zona del salame Varzi Dop, spaventano molto Cia-Agricoltori Italiani che lancia subito l’allarme e chiede al Commissario straordinario, Vincenzo Caputi, interventi immediati.

Intanto Pavia ha deciso di limitare il permesso della raccolta di funghi e tartufi nella zona solo per i residenti, proprietari e affittuari di case. Il presidente di Cia Lombardia, Paolo Maccazzola, ha spiegato la gravità della situazione “Serve arginare questa piaga, prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di derivazione suina. Non possiamo lasciare in mano ai cacciatori e alle guardie forestali tutta la responsabilità del contenimento, sono necessari abbattimenti fatti in maniera mirata e soprattutto in tempi rapidi. La Regione -aggiunge Maccazzola- si era già mossa per contenere il fenomeno, ma ora vanno intensificati i controlli e gli abbattimenti nella zona colpita”. Con l’arrivo della stagione estiva, elemento di nota criticità per la PSA, il responsabile nazionale Cia per la fauna selvatica ha chiesto l’intervento dell’esercito per ridurre l’eccessivo numero di cinghiale tramite personale qualificato. “Occorre agire adesso” aggiunge.

Anche il presidente nazionale della Cia, Cristiano Fini è intervenuto a riguardo, ricordando che non è la prima volta che si sente parlare di queste tematiche, ma che sia il problema dei cinghiali sia il fenomeno della peste suina africana sono stati sottovalutati per troppo tempo, compromettendo così l’intera suinicoltura, un pilastro fondamentale della zootecnia italiana e una produzione chiave del Made in Italy agroalimentare. “Siamo ormai a sette regioni coinvolte dall’epidemia -ha poi concluso Fini – è ora di dire basta a salvaguardia del settore, come di tutti gli sforzi fatti fino a ora, anche per tutelare l’export delle produzioni suinicole nazionali. La peste suina avanza, dobbiamo farlo anche noi. Chiediamo al governo di supportare la struttura commissariale con tutti gli strumenti necessari e di darci finalmente ascolto, riformando la legge 157/92”.

Oggi, il 50% degli allevamenti suinicoli si concentra in Lombardia e circa il 90% solo nella Pianura Padana con il 14% in Piemonte, e il 13% in Emilia-Romagna. La fase agricola (32mila allevamenti suinicoli) genera un valore di oltre 3 miliardi di euro con un’incidenza pari al 5,7% del valore complessivo della produzione agricola nazionale, quasi il 20% di quello realizzato dall’intera zootecnia. L’industria dei salumi realizza un fatturato di oltre 8 miliardi di euro con un’incidenza del 5,6% su quello del settore alimentare nazionale. La Lombardia conta 2.739 allevamenti suinicoli e 4.156.583 capi allevati e realizza oltre il 38% del valore della suinicoltura nazionale. Dal comparto suinicolo nazionale dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera delle carni suine. Conta 21 Dop e 12 Igp che rendono la salumeria italiana unica al mondo, con un valore annuo complessivo di 1,6 miliardi di export.

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