Le speranze di ritrovare il Titan, il sommergibile disperso domenica dopo l’immersione turistica a caccia del relitto del Titanic con a bordo 5 persone, sono ormai ridotte al minimo: mercoledì mattina, alcuni “suoni di colpi” sottomarini rilevati nel Nord dell’Atlantico – dove il sommergibile risulta essere scomparso – avevano fatto ben sperare, imprimendo una drastica accelerazione alle ricerche, soprattutto perché l’aria respirabile a bordo del Titan si è esaurita intorno alle 5 di oggi (ovvero le 11 in Italia).

Ma secondo le prime analisi della Marina statunitense, riportate da Sky News, i suoni rilevati all’inizio della settimana durante l’ispezione sarebbero stati generati dal “rumore di fondo dell’oceano”. Ad aiutare le ricerche sarebbe quindi arrivato un robot per le immersioni, in grado di immergersi a profondità estreme, fino a 6.000 metri, trasportato dalla nave francese Atalante. Il dispositivo, denominato Victor 6000, è dotato di bracci controllati a distanza utilizzabili per tagliare i cavi o per eseguire altre manovre, e liberare così un’imbarcazione rimasta bloccata. Sebbene il veicolo non possa sollevare il Titan in superficie da solo, potrebbe aiutare ad agganciarlo a un’altra nave in superficie.

Gli esperti hanno spiegato però, che se anche il sottomarino fosse trovato a breve, sarebbero necessarie almeno altre 4 ore per recuperare il sommergibile ed aprire il portellone dall’esterno. In un briefing dal Science Media Centre, seguito dalla Bbc, Alistair Greig, professore di ingegneria marina presso l’University College di Londra, e Rob Larter, geofisico marino del British Antarctic Survey, alla domanda su quanto tempo potrebbe essere impiegato per riportare il sottomarino in superficie, hanno infatti risposto: “Non sappiamo quanto tempo ci vorrebbe ma in uno scenario operativo normale pensiamo ci vogliano circa due ore per scendere in profondità e ancora circa due ore (per risalire)”. Larter ha aggiunto che “più lungo è il tempo che trascorre, minori saranno le possibilità di successo”.

L’area delle ricerche è stata estesa e la superficie battuta equivale adesso a due volte le dimensioni dello Stato Usa del Connecticut, a una profondità di circa 4 chilometri. Ad annunciarlo è stato il capitano Jamie Frederick, coordinatore della risposta del primo distretto della Guardia Costiera, in un aggiornamento sugli sforzi in corso per trovare il sommergibile disperso. “Questa è una missione di ricerca e salvataggio, al 100%”, ha detto Frederick. “Quando si è nel mezzo di un caso di ricerca e salvataggio, si ha sempre speranza”, ha aggiunto. A una domanda sul cibo a bordo, poi, ha risposto: “Le razioni a bordo sono limitate, ma non so dirvi esattamente quanto”.

Il sottomarino è disperso nelle profondità dell’Oceano Atlantico, dove si trovava per una spedizione della società OceanGate organizzata per ammirare il relitto del Titanic: si è immerso nella mattinata locale di domenica e la sua imbarcazione di supporto, la rompighiaccio di ricerca canadese Polar Prince, ha perso i contatti con il sommergibile circa un’ora e 45 minuti dopo. Ogni minuto che passa mette l’equipaggio del Titan in maggiore pericolo, dal momento che il sottomarino, secondo quanto riferito da David Concannon, consulente di OceanGate, aveva una scorta di ossigeno di 96 ore quando si è immerso alle 6 del mattino locali di domenica.

I cinque passeggeri a bordo sono il milionario britannico Hamish Harding (58 anni), il businessman pakistano Shahzada Dawood (48) col figlio Suleman (19), l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet (77) e Stockton Rush (61), il patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del Titan.

“Il golfo dell’Atlantico settentrionale pone sempre grandi sfide ma in questo momento le condizioni meteo non sono significative”: a dichiararlo è Sean Lee, il presidente di Horizon Maritime, la compagnia che possiede la Polar Prince, la nave di supporto che ha portato in mare il sommergibile disperso per la spedizione e che ora sta assistendo con le operazioni di ricerca. “Siamo in costante contatto con l’equipaggio della Polar Prince che resterà in mare finché la ricerca non sarà completata”, ha aggiunto il dirigente sottolineando che l’attrezzatura mobilitata per quest’operazione “è la migliore al mondo. Dobbiamo aggrapparci alla speranza”.

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