Sono da poco passate le 5 di martedì pomeriggio e nell’aula del Senato si respira un clima di commozione per il ricordo di Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno scorso. I suoi ex colleghi – soprattutto quelli di Forza Italia – hanno appena finito di applaudire, tessere le lodi e ricordare la carriera da “statista” (Matteo Renzi) di Berlusconi. Con tante omissioni, a partire dalla condanna definitiva per frode fiscale. Il clima, insomma, è quello di pacificazione nazionale.

Ma bastano pochi attimi per far riesplodere la tensione dentro Forza Italia. Mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ringrazia tutti per gli interventi su Berlusconi e passa al prossimo punto all’ordine del giorno – la discussione sulle mozioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani scende dai banchi del governo e incrocia il senatore Claudio Lotito, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio. Tajani, che diventerà a breve presidente reggente del partito fino al congresso, gli va incontro e lo attacca: “Claudio, ti devi dare una calmata con tutti questi emendamenti. La devi piantare”. Lotito replica per le rime e lo scambio diventa litigio. I due poi si allontanano, in polemica. Il tutto davanti agli attoniti compagni di partito che hanno appena finito di commemorare il proprio leader scomparso.

L’oggetto del contendere sono le mosse di Lotito, senatore e presidente della Lazio, sul disegno di legge contro la pirateria online per tutelare la proprietà intellettuale soprattutto nei settori della cinematografia e dell’editoria. Il disegno di legge, a prima firma Federico Mollicone (Fratelli d’Italia) ed Elena Maccanti (Lega), è stato approvato dalla Camera e adesso è in discussione al Senato. Lotito è il relatore del disegno di legge a Palazzo Madama e chiede alcune modifiche tecniche: al senatore forzista interessa soprattutto combattere la pirateria sul calcio che è una mannaia sui bilanci delle società. Ma il governo si oppone e vorrebbe approvare il disegno di legge così com’è per evitare di dover tornare alla Camera per la terza lettura. Così ieri, dopo la commemorazione, si è svolta una riunione di maggioranza in cui era presente, insieme a Lotito, anche il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani.

Lo scontro tra Tajani e Lotito in aula al Senato, però, è soprattutto politico e si intreccia con le nuove dinamiche interne a Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il senso delle accuse di Tajani era più o meno questo: “Ora sono io il capo, devi rispondere a me e non più ad Arcore”, è stata l’interpretazione che hanno dato diversi colleghi di Forza Italia. Lotito infatti negli ultimi mesi si è fatto notare per il suo iperattivismo parlamentare in Senato presentando decine di emendamenti a decreti e disegni di legge che lo riguardavano direttamente: si va dal tanto contestato emendamento spalma-debiti per le società di calcio fatto inserire in legge di Bilancio alla proroga di due anni dei diritti tv per la serie A, fino al “salva-Molise” (dove Lotito è stato eletto senatore). Tutte norme che hanno provocato scontri nel governo. Ma da ora in poi, gli ha fatto capire Tajani, il presidente della Lazio dovrà “darsi una calmata”.

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