La Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha assolto “per insussistenza dell’addebito” Donatella Banci Buonamici, la presidente della Sezione penale del Tribunale di Verbania che fu la prima gip a occuparsi della strage della funivia del Mottarone del 23 maggio 2021, in cui morirono 14 persone. Il 29 maggio, a pochi giorni dal disastro, la magistrata non convalidò i fermi degli iniziali tre indagati – il caposervizio della funivia Gabriele Tadini, il gestore dell’impianto Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio – e ne dispose la scarcerazione, suscitando la reazione “colorita” della procuratrice Olimpia Bossi (“per un po’ non prenderò più il caffè con lei”). Il 7 giugno 2021 il presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, aveva sottratto il procedimento a Banci assegnandolo alla gip Elena Ceriotti, “titolare per tabella del ruolo”, nel frattempo rientrata da un esonero: una destituzione a cui gli avvocati penalisti del foro avevano reagito con uno sciopero, sollevando il “sospetto” che la scelta potesse essere stata “conseguenza di insistenze provenienti da una parte del procedimento” per la rimozione di “un giudice coraggiosamente indipendente dall’ufficio di Procura”. In effetti, come emerse in seguito, qualche giorno prima (il 4 giugno) il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo aveva inviato una mail a Montefusco in cui auspicava “che il contrasto” tra pm e gip “potesse rientrare nell’alveo della fisiologia”.

Banci, 58 anni, attualmente consigliera della Corte d’Appello di Milano, era accusata di “violazione dei doveri di correttezza e diligenza” e “violazione delle disposizioni sul servizio giudiziario” per essersi auto-assegnata il caso “violando i criteri fissati nelle tabelle”: le si contestava, inoltre, un “comportamento gravemente scorretto” nei confronti della collega Annalisa Palomba, che sostituiva Ceriotti durante l’esonero, per averla sostituita nella trattazione del fascicolo “senza prima verificare in concreto” il suo “effettivo impedimento”, sottraendo così alle parti “il giudice naturale previsto”. Il procedimento disciplinare nei suoi confronti era stato aperto su input dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, dopo un’ispezione inviata a Verbania: la Procura generale della Corte di Cassazione aveva inizialmente chiesto il non luogo a procedere (l’archiviazione), ma il Csm aveva respinto l’istanza obbligando l’ufficio a formulare l’incolpazione. Nell’udienza tenuta martedì a palazzo dei Marescialli la sostituta pg della Suprema Corte, Luisa De Renzis, ha chiesto l’assoluzione: “Dall’attività istruttoria svolta, questo ufficio ha tratto il convincimento che il provvedimento di auto-assegnazione aveva l’unico fine di garantire la funzionalità dell’ufficio“, ha detto, ricordando che in quel momento Banci “faceva le veci del presidente del Tribunale, che era in ferie”. La scelta, ha aggiunto inoltre, “fu concordata con il presidente e con la stessa dottoressa Palomba, che il giorno successivo non avrebbe lavorato in sede”.

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