Roma piace alla Formula E, che ha un contratto fino al 2025 con la capitale. Come nelle ultime due stagioni, il tracciato dell’Eur – uno dei più impegnativi del mondiale elettrico – ospita due gare, sabato 15 e domenica 16 luglio, ossia il penultimo appuntamento prima dell’epilogo a Londra.

È la quinta volta che Roma ospita il campionato politicamente corretto, ma la prima in estate. Già nel 2024 l’evento capitolino tornerà a venire inserito in primavera, il 13 e 14 aprile, prima data europea del calendario. Il programma prevede la novità di Tokyo, ePrix numero 7, il 30 marzo, e per il momento contempla la conferma dei soli eventi di San Paolo e Portland, che costituiscono due delle quattro “new entry” della stagione in corso. Fra i 17 appuntamenti previsti dal calendario provvisorio che comincia in gennaio a Città del Messico e finisce in luglio a Londra, ci sono ancora tre località da definire: le ipotesi sono per il mantenimento delle debuttanti Hyderbad e Città del Capo e per l’esordio di una città spagnola.

L’anno scorso il fascino delle gare di Roma era stato aumentato dalla presenza di Antonio Giovinazzi, pilota che aveva riportato l’Italia in un abitacolo. Il pilota pugliese aveva tuttavia chiuso la stagione senza raccogliere nemmeno un punto (ma quest’anno si è tolto la soddisfazione di aggiudicarsi la 24h di Le Mans con la Ferrari): sempre con la Dragon, a Luca Filippi era andata un po’ meglio, ma anche per lui l’avventura era durata un campionato.

Quest’anno il fascino è determinato non solo dalla presenza di un costruttore nazionale, il primo nella storia della competizione, ma anche dai teste riservati ai debuttanti, che a Berlino si erano svolti il lunedì dopo le gare. A Roma, invece, sono in programma alla vigilia, cioè venerdì. Fra i partecipanti ci sarà il veneto Luca Ghiotto, che ha confermato la presenza con Nissan via Twitter. Si tratta di Maserati, che nella primavera del 2022 aveva sfruttato il doppio ePrix della capitale per esibire anche la Granturismo in versione Folgore, ossia elettrica.

Dopo aver dominato in dicembre i test ufficiali a Valencia, il Tridente – che si è appoggiato alla scuderia monegasca ex Venturi – ha faticato parecchio ad andare a punti con i suoi due piloti: l’elvetico con passaporto anche italiano Edoardo Mortara, già vice campione del mondo, e il tedesco Maximilian Günther. Günther si è sbloccato a Berlino, regalando al settimo assalto il primo podio in Formula E a Maserati. Per il primo trionfo il tedesco e il Tridente hanno dovuto pazientare molto meno, poco più di un mese: a Jakarta il quasi 26enne di Obersdorf ha conquistato due pole, un altro terzo posto e, domenica 4 giugno, la storica affermazione inaugurale di una monoposto modenese in un mondiale a 66 anni di distanza dall’ultima volta. Che risale al 4 agosto del 1957, quando Manuel Fangio vinceva in Formula 1 sul Nürburgring con la Maserati 250 F.

Per il pilota tedesco si è trattato della quarta vittoria in Formula E, che si somma ai sei successi di Mortara: Günther si è issato al settimo posto assoluto della generale individuale, seppur con 70 punti, poco più della metà di quelli del connazionale Pascal Wehrlein, che guida la classifica a quota 134. La Maserati MSG Racing si è invece portata al sesto posto, alle spalle dell’altra squadra del gruppo Stellantis, la DS Penske, la sola a schierare due campioni del mondo: quello in carica, Stoffel Vandoorne (solo undicesimo), e Jean Eric Vergne, il bi-iridato quinto a 97.

A Jakarta anche in occasione della vittoria non ha echeggiato l’inno nazionale perché la sede del team è nel Principato. Prima di approdare a Roma, la Formula E sbarca a Portland, nell’Oregon, città che subentra a New York nel calendario e che copre così il vasto mercato americano (ci sono trattative in corso con Los Angeles) e che ospita la gara sul circuito fisso dove si corrono sia l’Indycar sia il Nascar.

Le cinque prove che mancano alla fine della stagione mettono in palio un massimo di 145 punti: molto è ancora possibile, anche se non proprio tutto perché le scuderie ufficiali e clienti motorizzate Porsche e Jaguar occupano le prime quattro posizioni della graduatoria riservate alle squadra. Nell’ordine sono Tag Heuer Porsche (212), Envision Racing, cliente della casa di Coventry (190), Jaguar TCS (171) e Avalanche Andretti, che si rifornisce a Stoccarda (156). La classifica individuale rispecchia gli stessi equilibri perché alle spalle di Wehrlein c’è Jake Dennis (Andretti) seguito da Nick Cassidy (Envision) e Mitch Evans (Jaguar), quest’ultimo già tre volte vincitore a Roma, ossia il 50% delle gare disputate (due singole, nel 2018 e nel 2019, e due doppie, nel 2021 e nel 2022). Il quartetto è racchiuso in appena 25 punti.

Articolo Precedente

Auto, oltre 200 miliardi di euro di spese per gli italiani nel 2022. Pari al 10,9% del PIL

next
Articolo Successivo

Mille Miglia 2023, Andrea Vesco ha stabilito il record di vittorie consecutive

next