Un uomo senza fissa dimora è stato ucciso a botte da due persone a Pomigliano d’Arco (Napoli). I militari dell’Arma poi sono riusciti a identificarlo: si tratta di Frederick Akwasi Adofo, 43enne originario del Ghana, che era solito passare la notte vicino a un supermercato dove di giorno chiedeva l’elemosina e aiutava i clienti a portare la spesa. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, Adofo è stato aggredito in strada da due giovani dall’identità ancora sconosciuta. Ha camminato per qualche metro fino ad accasciarsi all’interno di una corte condominiale, dove poi è stato soccorso ancora in vita. L’uomo è poi morto al pronto soccorso dell’ospedale di Nola.

Al momento non sono note le motivazioni dell’omicidio: i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna stanno ricostruendo i momenti antecedenti al pestaggio, grazie anche alle telecamere della zona che hanno ripreso la scena. I monitor hanno ripreso due giovani avvicinarsi al 43enne per poi prenderlo a calci e pugni, nella notte tra domenica e lunedì, quando – in mattinata – l’uomo è stato rinvenuto agonizzante. Nelle immagini si vedono i due allontanarsi dopo il pestaggio. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia. I cittadini di Pomigliano, oltre a ricordare Frederick sui social come un persona gentile e pronta ad aiutare il prossimo, hanno richiesto al sindaco, Lello Russo, una sessione straordinaria del Consiglio comunale sul tema della sicurezza. Inoltre hanno invitato il prefetto di Napoli a convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza a causa di una recente serie di rapine a mano armata, sparatorie avvenute in pieno giorno e altri crimini, tra cui quest’ultimo.

Frederick aveva preso la licenza media alla “Catullo” di Pomigliano d’Arco nel 2012, quando era ospitato, insieme ad un’altra cinquantina di migranti, in un hotel in attesa di asilo politico. Negli ultimi tempi dormiva in un sacco a pelo in via Principe di Piemonte, e spesso era supportato dall’aiuto della Caritas parrocchiale, come ha ricordato il parroco della chiesa di san Francesco, don Pasquale Giannino, il quale ha anche sottolineato che spesso l’aiuto offerto all’uomo “sembrava essere una forma impositiva rispetto al suo stile di vita. Frederick ha donato a tutti amore sempre col sorriso e senza mai chiedere. In questo giorno in cui sono in corso ancora le indagini, vogliamo sentirci chiamati tutti a fare rete per ricostruire e prenderci cura di quanti vivono ai margini. Chiediamo alle autorità preposte un interesse reale alle emergenze territoriali, non ultimo il bisogno abitativo delle persone che vivono per strada o in difficoltà economica. Un comportamento emozionale in questo momento non farà giustizia al povero Frederick, né il desiderio di ricercare colpevoli risolverà da se la problematica fin qui segnalata”, ha detto.

Immagine d’archivio

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