Un “impegno inderogabile” impedisce all’imprenditore Urbano Cairo di andare a Firenze per testimoniare sulla chiusura del programma Non è L’Arena. L’imprenditore, amico e “allievo” di Silvio Berlusconi, era stato convocato dai pm che indagano sulle stragi. I procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli (per cui oggi è scattato un allarme bomba che si è rivelato “falso”), che indagano sui cosiddetti ‘mandanti esterni’ delle stragi del 1993, vogliono vedere più chiaro nelle ragioni della chiusura brusca del programma condotto da Massimo Giletti, che aveva in programma di dedicare alcune puntate all’inchiesta fiorentina in cui era indagato Berlusconi ed è tuttora indagato Marcello Dell’Utri. Giovedì 13 aprile, mentre stava preparando la puntata numero 195 della domenica Giletti, come è noto, ha ricevuto una mail aziendale che gli comunicava la fine del suo programma. L’editore Cairo ha sempre sostenuto che la scelta fu editoriale e solo sua, senza ingerenze esterne. Il giornalista, sentito due volte dagli inquirenti, aveva detto ai pm di aver visto una foto in cui riconosceva il Cavaliere con altre due persone che Salvator Baiardo, l’ex fiancheggiatore dei boss Graviano, che parlava in tv dei rapporti presunti (mai riscontrati) di Berlusconi e Dell’Utri con i Graviano, spiegava essere il boss Graviano e il generale Delfino. La testimonianza, come riporta La Repubblica, quindi sarà resa in un’altra data.

Era il 19 dicembre 2022 quando Giletti riferì per la prima volta ai pm della foto (inedita anche nella sua trasmissione tv) che gli sarebbe stata mostrata da Baiardo, già condannato per favoreggiamento di Filippo e Giuseppe Graviano che ospitava e portava in giro i boss, poi condannati per le stragi del 1992 e 1993. Il giornalista dichiarò che Baiardo gli mostrò una foto ritraente – secondo la sua versione – Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale dei Carabinieri Francesco Delfino. L’immagine risalnte al 1992 gli sarebbe stata mostrata da lontano. Giletti spiegò di aver riconosciuto l’ex leader di Forza Italia – morto lo scorso 12 giugno – ma di non essere sicuro che la foto fosse autentica né che nello scatto ci potesse essere il boss.

La foto presunta è di interesse per gli inquirenti perché indagano con l’ipotesi – sempre respinta dai diretti interessati, già archiviata in passato e mai riscontrata – che Dell’Utri e Berlusconi abbiano avuto un ruolo di mandanti esterni nelle stragi del 1993 (10 morti a Firenze e Milano) e negli attentati romani contro le basiliche e contro Maurizio Costanzo e i Carabinieri in servizio allo stadio Olimpico, per i quali Giuseppe Graviano è stato già condannato con sentenza passata in giudicato. La foto – se la sua esistenza e autenticità fosse provata – potrebbe un riscontro ai rapporti Berlusconi-Graviano asseriti dal boss e negati dal Cavaliere come calunnie, mai riscontrati. A caccia di conferme, i pm fiorentini hanno intercettato e videoregistrato il 21 gennaio 2023 due incontri in hotel a Roma tra Baiardo e Giletti, in occasione di una trasmissione. Poi il 23 febbraio hanno interrogato di nuovo il conduttore per chiedergli ancora della foto, alla quale aveva fatto accenno negli incontri videoregistrati dalla Dia, con Baiardo. Il 27 marzo poi i pm perquisiscono Baiardo alla ricerca della foto, mai trovata. Da quel momentol’uomo scopre che Giletti ha raccontato della foto ai pm e inizia a fare una serie di video su Tik Tok per sostenere che il conduttore si è inventato tutto. La trasmissione Report il 23 maggio manda in onda un’intervista registrata mesi prima a telecamera nascosta nella quale Baiardo conferma all’inviato Paolo Mondani l’esistenza della foto. Anzi ci sarebbero tre foto. Salvo poi il giorno dopo smentire tutto su Tik Tok. Il 26 maggio il pm Luca Tescaroli chiede l’arresto di Baiardo, forse per favoreggiamento degli indagati nell’indagine sui mandanti esterni. Il Gip però respinge la richiesta e il 14 luglio i giudici decideranno sull’opposizione del pm.

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