Un messaggio di avvertimento riportato su un foglio, ritrovato proprio sulla soglia della sua abitazione: “Questa la manda la famiglia che non dimentica l’infamata. La prossima volta vi mandiamo la testa di vostro figlio“, il tutto scritto in dialetto siciliano. Accanto, la macabra scoperta: una testa di pecora, ancora insanguinata. È quello che ha ricevuto un noto imprenditore ortofrutticolo di Dimaro, in val di Sole, nel Trentino. L’uomo, che venerdì 16 giugno è uscito da casa molto presto assieme alla moglie, ha trovato la testa dell’animale al suo rientro, proprio sull’uscio di casa.

Dai primi accertamenti sembra che la pecora sia stata ucciso poco prima, vista la presenza di sangue ancora fresco. La testa risultava anche priva di un orecchio, proprio quello a cui solitamente è attaccato il microchip identificativo che consente di rintracciare la provenienza dell’esemplare. Il messaggio riportato e lasciato accanto era invece scritto al computer su un foglio di carta A4. Dopo il ritrovamento e la segnalazione da parte dell’imprenditore, si è svolta in Procura a Trento una riunione operativa con il procuratore capo Sandro Raimondi, i carabinieri della Compagnia di Cles e il reparto del Nucleo operativo della Compagnia di Trento. Per ora si indaga per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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