Salta la decontribuzione totale per chi assume o stabilizza badanti, ancora tutto in stallo per lo smartworking nella Pubblica ammistrazione. Nel primo caso, l’emendamento al decreto Lavoro, approvato nei giorni scorsi dalla commissione Affari sociali del Senato, ha avuto il parere negativo della commissione Bilancio sulla base dell’articolo 81 della Costituzione: non ci sono le coperture per dare il via libera alla modifica. L’emendamento, a prima firma Barbara Guidolin (M5s), prevedeva “un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3mila euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni“. Il testo stimava oneri quantificati in 15 milioni per il 2023.

I lavori della commissione Affari sociali, inizialmente convocata per le 11.30, sono slittati al pomeriggio proprio per i ritardi del ministero dell’Economia nel fornire i pareri sulla copertura di alcune misure. In tarda mattinata si è svolta una riunione di maggioranza e governo per fare il punto. Tra i nodi aperti, come detto, c’è anche la proroga dello smart working nella pubblica amministrazione, che verrà affrontato direttamente in Aula al Senato. Così ha riferito la relatrice al decreto lavoro, Paola Mancini, al termine dell’esame del provvedimento da parte della commissione Affari sociali, spiegando che su sua richiesta è stato ritirato l’emendamento a prima firma Murelli (Lega), che proroga il lavoro agile per i lavoratori fragili della pubblica amministrazione dal 30 giugno al 30 settembre: l’emendamento verrà riproposto in Aula, che esaminerà il decreto da martedì 20 giugno.

Tra i nodi ancora aperti ci sarebbe anche quello dell’ampliamento della platea dei beneficiari dell’assegno di inclusione ai non autosufficienti, che sostituirà il reddito di cittadinanza. Dopo il via libera della commissione, il decreto Lavoro passerà in aula al Senato. Dopodiché dovrà passare al vaglio della Camera. Il decreto scade il 3 luglio. La commissione era stata convocata martedì, ma è stata posticipata a oggi in seguito alla morte di Silvio Berlusconi.

“La bocciatura, da parte della commissione Bilancio, del nostro emendamento al decreto Lavoro per detassare il lavoro domestico è un fatto grave. Con tale emendamento, che la settimana scorsa era stato approvato in commissione Affari sociali anche con i voti della maggioranza, avremmo supportato migliaia di famiglie nell’assistenza agli anziani”, afferma in una nota la senatrice del M5s Barbara Guidolin. “In spregio agli interessi dei cittadini, a causa dell’approssimazione e dell’inadeguatezza di questo governo ciò non potrà avvenire. Parliamo dello stesso governo che in questo decreto inserisce un finanziamento di 14,5 milioni di euro in favore delle industrie militari della Difesa per la produzione di munizioni di piccolo e grosso calibro ma che non trova le risorse per le famiglie in difficoltà”, aggiunge Guidolin. Che poi conclude: “La nostra battaglia non si ferma qui, ripresenteremo l’emendamento per l’Aula”.

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