E’ scontro tra il sindaco e gli abitanti di Bozzolo e il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni. Oggetto della contesa è un celebre ex parroco del paese: don Primo Mazzolari, partigiano, per il quale nel 2017 è iniziato il processo di beatificazione. Proprio sei anni fa, il 20 giugno, papa Francesco aveva fatto visita alla tomba di don Mazzolari definendolo un “prete scomodo”.

A mandar su tutte le furie il sindaco Giuseppe Torchio (ex parlamentare democristiano, proveniente dalle Acli) e Stefano Albertini Mussini, nato a Bozzolo e professore all’università di New York, sono state le parole pronunciate dal vescovo alla quarta edizione della Tre giorni mazzolariana, consueto appuntamento di riflessione attorno ai grandi temi affrontati da don Mazzolari durante il suo ministero nella parrocchia mantovana. Napolioni, intervenendo accanto al sindaco, ha concluso con quella che ha definito “una piccola battuta pepata”, riprendendo una celebre espressione evangelica “nessuno è profeta in patria”: “Così è stato don Primo. Troppo poco amato a Bozzolo e a Cremona. Allora grazie ai mantovani che ci aiutano a voler bene a don Primo e a non dimenticarlo, grazie a tanti in Italia che diffondono, leggono, si ispirano… Grazie al Papa. Forse un piccolo mea culpa come bozzolesi e cremonesi dobbiamo farlo. Che la ‘tre giorni’ ci aiuti”.

Apriti cielo. La frase non piaciuta ai bozzolesi presenti all’incontro e nemmeno a chi ha letto le dichiarazioni a distanza. Il sindaco Torchio è imbarazzato per la “battuta” del vescovo: “Poteva risparmiarsela. Poteva evitare di dire ciò che è noto a tutti: anch’io non sono stato eletto con l’unanimità dei voti dei miei concittadini. Mentre a Roma Papa Francesco e tanti altri stanno lavorando per la beatificazione di don Primo, a Cremona continuano ad umiliarlo”. Torchio d’altro canto ricorda che persino quando venne il Papa, i posti riservati al clero cremonese non si riempirono. A Bozzolo insomma il pensiero è che “Napolioni è mazzolariano fino ad un certo punto…”.

A sferzare Napolioni su facebook è anche il professor Albertini Mussini, direttore da 25 anni di Casa Italiana Zerilli Marimò, cioè la sede degli studi d’italiano dell’università di New York. “Quella del vescovo è un’affermazione in parte vera e in parte sbagliata – scrive il professore sui social -. E’ vero che Cremona non amò don Primo e per Cremona intendiamo soprattutto la curia, i monsignori e quel mondo clericale pettegolo e invidioso. Don Primo andava a Cremona malvolentieri e solo se convocato ma il vescovo sbaglia per quanto riguarda Bozzolo che amò e stimò il suo arciprete come un padre. Un affetto che don Mazzolari sentiva e che ricambiò come scrive nella sua commovente conclusione del suo testamento”. Napolioni, incalza Albertini Mussini, “intoni pure il Mea Culpa, monsignore, per Cremona, il suo capitolo e i ‘nemici’ di don Primo tra il suo clero. Noi, a Bozzolo, intoniamo il “Te Deum”.

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