Nove anni per la ricostruzione in Emilia-Romagna? Ma in che pianeta vive?”. Il Partito democratico all’attacco del ministro per la Protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci, che intervenendo al Green&Blue Festival a Milano ha prospettato che ci vorrà quasi un decennio per rimediare ai danni provocati dall’alluvione. Sullo sfondo resta sempre il tema della nomina del commissario straordinario, che si dovrà occupare appunto della ricostruzione. Il governo Meloni a tre settimane dal disastro non ha ancora indicato un nome, scartando – per ora – l’ipotesi di affidare l’incarico al governatore Stefano Bonaccini. Nel frattempo, proprio Musumeci è stato nominato coordinatore di un tavolo tra governo ed enti locali: in sostanza, dovrà coordinare l’inizio della ricostruzione fino a quando non sarà scelto un commissario. “Questo governo ritiene che il presidente di una Regione debba fare il presidente della Regione. Per fare il commissario di una ricostruzione che può durare anche fino a 9 anni, serve una persona che possa dedicarsi esclusivamente a questo notte e giorno”, ha spiegato Musumeci parlando a Milano. Le sue parole, soprattutto in merito ai tempi, hanno scatenato la dura reazione dei dem.

“Forse a Roma vorrebbero rifarsi alla ‘nefasta tradizione italiana’ dei rinvii e delle inefficienze“, ha dichiarato il deputato dem della commissione Attività produttive alla Camera, Andrea Gnassi. “Occorre invece ripartire subito e serve una struttura commissariale efficiente, trasparente, che tenga insieme azioni e misure per l’emergenza e la ricostruzione”, ha aggiunto. Gli ha fatto eco il senatore Daniele Manca, capogruppo Pd in Commissione bilancio: “La Pa è bloccata e le persone rischiano di rimanere nella solitudine insieme all’inerzia, i rinvii e i tatticismi del governo Meloni”. “L’Emilia Romagna e soprattutto l’Italia non possono permettersi tempi biblici – ha sottolineato Manca – pensare ad una ricostruzione in 9 anni, come afferma Musumeci, significa preparare un conflitto con le famiglie e le imprese, noi non lo consentiremo”. Già ora, secondo il senatore dem, stanno emergendo i primi ritardi: “Le procedure per la ricostruzione non esistono, occorre agire rapidamente nel collegare l’emergenza con la ricostruzione attraverso una struttura commissariale per velocizzare nella legalità le procedure necessarie per aiutare le famiglie, le imprese e ricostruire in sicurezza argini e strade”.

Secondo Gnassi, “sindaci, regione, imprese e terzo settore sono ed erano già pronte per ripartire dopo nove giorni dall’alluvione, altro che nove anni. Nella definizione dei decreti per sostegni e infrastrutture occorre decidere ora, subito, coinvolgendo in maniera permanente enti locali e territori con il loro tessuto sociale ed economico. Sono loro che conoscono danni e azioni necessarie”. “Ieri – ha aggiunto il deputato dem – la presidente del consiglio Meloni ha detto che bisogna fare bene e in fretta e ha detto sì alle richieste dei sindaci di indennizzi al 100%. Ma se la tempistica prevista è quella dei nove anni che fine faranno le imprese, i comuni isolati, le famiglie che hanno perso tutto? A questo punto appare diventa difficile capire quale sia il reale intendimento del governo”. “Musumeci dice che serve una persona che possa dedicarsi giorno e notte esclusivamente alla ricostruzione. Forse vale la pena di ricordargli – ha concluso Gnassi – che chi ha seguito la ricostruzione post sisma in Emilia, a partire dal presidente Bonaccini, lo ha fatto proprio in questo modo, se è vero che è stata giudicata da più parti come esemplare”.

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