Le lacrime della tennista italiana Martina Trevisan, sconfitta al Roland Garros 2023, battuta dall’ucraina Elina Svitolina, hanno scosso il pubblico e fatto il giro del mondo del tennis. Come mai? La Trevisan era andata a Parigi per difendere la semifinale dello scorso anno: e invece ha mancato l’obiettivo soprattutto per la Sindrome di Haglund al piede destro. E dire che l’8 maggio aveva toccato la sua migliore classifica con il 18° posto delle classifiche mondiali. Il 12 giugno, per la sua patologia, si ritroverà fuori dalle prime 60 al mondo. Ma che cosa comporta nella vita di un tennista la Sindrome di Haglund? “Si tratta di una patologia che colpisce il calcagno per lo più delle persone giovani e sportive. La malattia genera una sorta di tallone sporgente che, infiammando il tendine d’Achille, causa forti dolori che compromettono lo svolgimento delle normali attività quotidiane” dicono gli ortopedici sportivi. Ma la Trevisan non si scompone ed è determinata ad andare avanti. “La vita va avanti anche se ora è un momento complicato. C’è un’altra sfida da vincere”. Per tanta determinazione cresce sui social la solidarietà verso la Trevisan e la voglia di conoscere più da vicino la patologia che l’ha colpita. Per i nostri lettori, abbiamo sentito Carlo Biz, professore Associato Malattie Apparato Locomotore MD, Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Clinica Ortopedica ed Oncologica, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche – DiSCOG; Università degli Studi di Padova

Professor Biz che cosa comporta nella vita di un tennista la Sindrome di Haglund? E’ vero che colpisce prevalentemente il calcagno delle persone giovani e sportive e che è in grado di influire negativamente sul rendimento?
“La sindrome si manifesta principalmente con dolore costante durante le normali attività quotidiane, che si accentua con quelle più intese, come le sportive, a causa dell’infiammazione della borsa retrocalcaneare, posta fra il tendine di Achille e il calcagno. Il dolore, accompagnando gran parte dell’attività dell’atleta, influisce negativamente sul rendimento sportivo, limitandone le prestazioni, soprattutto per l’impossibilità di indossare calzature chiuse, confortevoli. Questo quadro clinico risulta più accentuato nel tennista, che sottopone l’Achille a continue sollecitazioni per i bruschi cambi di direzione e i continui scatti: una sorta di molla che sfrega sulla cute, schiacciata fra il calcagno e la calzatura. Le donne sono più colpite degli uomini, soffrendone spesso bilateralmente e la sua comparsa avviene mediamente dopo la terza decade, ma può essere ad esordio precoce in coloro che pratichino attività intensive”.

Riguarda tutti gli sport e quanti atleti sono interessati? Può colpire anche chi non pratica la minima attività sportiva?
“Può colpire indifferentemente pazienti sportivi e sedentari. Per quanto riguarda gli sport, sono maggiormente responsabili dell’insorgenza quelli basati sulla corsa e i frequenti salti o scatti che impegnano l’Achille, quindi compreso il tennis. Idealmente, se l’atleta potesse praticare la sua attività scalzo o con una ciabatta, la sintomatologia non si presenterebbe, pur restando la variante anatomica della sporgenza calcaneare. Infatti, un drastico aumento dell’incidenza della patologia si registra nei giocatori di hockey a causa dell’utilizzo dei pattini, ancor più rigidi rispetto le normali calzature sportive”.

Che cosa è il morbo di Haglund?
“Si definisce come una costellazione di sintomi, in cui il dolore è l’astro principale, ma vengono descritte concomitanti: borsite retrocalcaneare, ispessimento ed infiammazione distale del tendine e callosità. Viene detto anche deformità di Haglund, cioè una sorta di ingrossamento osseo (iperostosi) nella parte posteriore del tallone in corrispondenza dell’inserzione del tendine di Achille sul calcagno. Infatti, in questi pazienti il calcagno presenta una conformazione anatomicamente diversa, più prominente a livello della tuberosità postero-superiore, entrando facilmente in conflitto con qualsiasi tipo di calzatura chiusa e causando l’infiammazione ella borsa sottostante il tendine. Per questo, la zona di attrito della cute presenta spesso una callosità evidente, proprio a livello della sporgenza calcaneare, proprio come le callosità plantari dei piedi”.

Quali sono i fattori di rischio per sviluppare il morbo di Haglund?
“E’ per lo più una condizione idiopatica. Durante lo sviluppo il calcagno assume una forma più sporgente del normale, senza tuttavia sviluppare la patologia per molti anni. Sono stati descritti in letteratura alcuni fattori che contribuiscono all’evoluzione sintomatologica: l’esercizio eccessivo nei podisti, scarpe strette o poco aderenti, un’alterazione della biomeccanica dell’articolazione sottoastragalica e l’ereditarietà”.

Come si manifesta e la sintomatologia?
“Generalmente si manifesta con dolore localizzato poco sopra all’inserzione calcaneare del tendine di Achille e lateralmente al calcagno fin dal mattino, all’indossare la calzatura. Questo dolore può essere dovuto allo sfregamento dei tessuti molli contro le scarpe rigide e alla sottostante borsite o alla degenerazione del tendine di Achille, causata dalla frizione. Immaginate di indossare una calzatura nuova senza alcuna calza: il dolore provato è quello che avvertono costantemente i pazienti affetti da Haglund”.

Che strumenti diagnostici si utilizzano per individuarla?
Per fare una diagnosi appropriata della sindrome di Haglund è necessaria la valutazione clinica, seguita da radiografie in carico di entrambi i piedi per confronto; nella proiezione laterale della caviglia si evidenza la deformità del calcagno. Inoltre, un’ecografia potrà fornire utili informazioni sullo stato di salute del tendine, soprattutto alla sua inserzione sul calcagno e sul grado di infiammazione della borsa retro-calcaneare”.

Nella vita di ogni giorno si possono attuare comportamenti preventivi per non essere colpiti?
“In letteratura non sono presenti chiare evidenze sulla possibilità di riduzione dell’insorgenza del morbo di Haglund, a seguito di particolari comportamenti. L’utilizzo di calzature non eccessivamente strette e morbide, o in estate l’uso di sandali e ciabatte aperte posteriormente, evitando brusche sollecitazioni del tendine, possono contribuire alla prevenzione. In commercio sono disponibili dei calzini dotati di una piastra in silicone posta posteriormente ad evitare il conflitto calcagno-calzatura”.

Come curare la malattia di Haglund e i possibili rimedi per proteggere il tendine di Achille. E’ necessario un intervento chirurgico?
“Nei pazienti con scarse richieste funzionali, il morbo di Haglund viene inizialmente trattato in modo conservativo tramite apposite ortesi (calzature su misura modificate), fisioterapia e terapie fisiche, ed utilizzando farmaci antinfiammatori orali e topici, integratori nutraceutici. Il trattamento chirurgico è riservato ai casi resistenti. Nei pazienti sportivi, invece, il trattamento è essenzialmente chirurgico e si basa sulla resezione (osteotomia) della parte ossea calcaneare in eccesso (iperostosi) responsabile del conflitto. L’intervento in regime di Day Surgery può essere eseguito tradizionalmente per via aperta mediante un’incisione laterale al calcagno di qualche centimetro, oppure secondo tecnica mini-invasiva mediante un portale di 5mm”.

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