“Ho visto tantissimi giovani nelle sale, una partecipazione non solo attenta ma anche attiva, con domande poste dal pubblico di grande qualità”. Lo ha detto il direttore scientifico del Festival internazionale dell’economia, Tito Boeri, in occasione della chiusura dell’evento, domenica 4 giugno. “Ho letto in molti colleghi la voglia di divulgare, di raccontare in maniera accessibile a tutti non solo i risultati delle loro ricerche, ma anche il metodo, sempre rigoroso, con cui è stato possibile conseguirli. Tutto questo, assieme alla meravigliosa accoglienza di Torino, ci dà ragione di tanti sforzi e ci fa guardare con fiducia alle prossime edizioni del Festival”, ha aggiunto il professore ex presidente dell’Inps.

La seconda edizione del Festival dedicata al tema Ripensare la globalizzazione, ha chiamato a raccolta studiosi provenienti dai più prestigiosi centri di ricerca di tutto il mondo: 278 ospiti tra cui 43 relatori internazionali, 4 premi Nobel e poi giornalisti, storici, analisti e rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee. Notevole la partecipazione del pubblico che, ricorda l’organizzazione, come tradizionalmente accade al Festival, ha potuto dialogare direttamente con i protagonisti dei 116 incontri svoltisi in questi 4 giorni. “Il sold out nella stragrande maggioranza degli eventi, le lunghe file all’ingresso delle sale testimoniano che la strada imboccata da questa seconda edizione è quella maestra: un sapiente mix tra ricerca, attualità, analisi e capacità di racconto”, si legge in una nota.

Secondo Giuseppe Laterza, editore e architetto dell’evento, “il grande successo del Festival internazionale dell’Economia è una conferma della voglia di tante persone di
capire il mondo fuori dai soliti schemi e senza pregiudizi, guidati da persone competenti di diversa opinione, capaci di analizzare con chiarezza questioni complesse”.

Analogamente il presidente della Fondazione Collegio Carlo Alberto, Giorgio Barba Navaretti, parla di “un’imprescindibile occasione di educazione democratica, capace di far dialogare i più grandi esperti del mondo sul tema della globalizzazione con un pubblico attento e composto da tantissimi giovani, in un momento di grandi tensioni geopolitiche”. Mentre il coordinatore del Torino Local Committee, Pietro Garibaldi, ritiene che il Festival sia “un germoglio culturale che sta crescendo nel territorio torinese. La pressoché piena occupazione delle sale dell’edizione 2023 dimostra che la domanda di approfondimento è viva e che i cittadini e gli ospiti hanno scelto, tra gli eventi in programma, con grande cura”.

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