“Uno di noi è stato trascinato per un piede. Ha urlato ‘Mi state scorticando la schiena’ e ha pregato gli agenti di smetterla, perché gli stavano facendo male. Loro hanno risposto ‘Ve lo meritate‘”. A parlare è Anna Castoldi, 31 anni, insegnante, giornalista e “cittadina preoccupata dalla crisi climatica”. È tra gli attivisti di Ultima Generazione che hanno messo in scena l’azione con acqua e fango davanti all’ingresso di Palazzo Madama per denunciare le responsabilità della politica in eventi tragici come le alluvioni in Emilia Romagna. Molti di loro hanno pubblicato sui social foto di lividi e ferite, dovute “alla reazione sproporzionata” delle forze dell’ordine, per rimuoverli dal luogo della protesta.

“Due persone a seno nudo si sono versate del fango addosso. Alcuni di noi le hanno aiutate, mentre altri quattro hanno inumidito la facciata del Senato con l’acqua – spiega l’ambientalista – Non abbiamo gettato il fango sulla facciata del Senato, solo addosso a noi stessi, un atto che non è vietato. Però ci hanno comunque contestato i reati di danneggiamento aggravato e imbrattamento, secondo l’articolo 518 Duodecies del Codice Penale”. Castoldi e i suoi compagni ora si preparano ad affrontare l’ennesimo processo – il più recente quello per l’incollamento alla statua di Laocoonte ai Musei Vaticani (Roma) – e rischiano di essere puniti con un periodo da 1 a 5 anni di reclusione. “A farci più male è stata la violenza da parte di chi invece avrebbe dovuto proteggerci. C’è stato il desiderio di fare male”.

La filosofia di Ultima Generazione, come movimento nonviolento, prevede di non opporre resistenza agli interventi delle forze dell’ordine. Quando gli agenti sono intervenuti per interrompere la loro protesta, quindi gli attivisti si sono lasciati trascinare via. “Alcuni di noi sono stati strattonati violentemente. Alla richiesta di lasciarci, hanno rincarato la dose. Due persone sono state trascinate con la schiena nuda lungo l’asfalto. Hanno urlato dal dolore, ma è stato detto loro ‘State zitte. Ve lo meritate’ – racconta Castoldi – Ci è già capitato altre volte, ma vedere la cecità e la sordità delle persone davanti alla sofferenza è stato agghiacciante. Si sono accaniti nonostante la nostra postura nonviolenta. Ho sentito qualcuno dire ‘Fategli male’ e non capisco per quale motivo”. Diversi attivisti hanno pubblicato sui social foto di lividi, escoriazioni e tagli, oltre a diversi video dell’accaduto. “Quando siamo stati portati in una via di fianco al Senato però gli agenti hanno fatto muro, per impedire ai giornalisti di seguirci e riprendere quello che ci stavano facendo – aggiunge la 31enne – Dai video si sentono mentre dicono ‘Perché non ci fate passare, cosa avete da nascondere?’’”.

“Anche i parlamentari presenti sulla scena non hanno detto niente sulle violenze”, dice Castoldi. “Uno ha continuato a chiederci quanti anni avevamo e a dirci di coprirci perché gli faceva schifo il nostro seno nudo. Ci ha trattato in modo paternalistico, come se avessimo fatto una bravata – spiega – Non capiscono quanto siamo preoccupati e disperati per il collasso degli ecosistemi, per quello che sta già succedendo in Emilia Romagna, se arriviamo a fare dei gesti così estremi”. Dopo il fermo, i manifestanti di Ultima generazione hanno provato a spiegare ciò che avevano subito alle forze dell’ordine. “Dall’atteggiamento degli agenti sembrava però che dovessimo essere grati che ci stessero solo trattenendo e non facendo di peggio – dice Castoldi – Loro si fanno forti nella loro impunità e nel fatto che nessuno chiede loro conto delle loro azioni. Noi invece veniamo portati via a forza mentre facciamo la spesa, se abbiamo un foglio di via, perché abbiamo espresso un dissenso civile”. A chi chiede al suo movimento di utilizzare metodi diversi Castoldi risponde: “Siamo apertissimi, ma sembra che nessun metodo oltre alla disobbedienza funzioni”.

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