“Lui per i miei genitori era un fratello, frequentava la nostra casa perché aveva la loro fiducia. Ma Mirko Campoli, 46enne ex professore di religione e in passato anche vice preside dell’Istituto Enrico Fermi di Tivoli, in provincia di Roma, è stato arrestato per violenza sessuale. A parlare al Messaggero è uno dei quattro ragazzi che il 3 aprile scorso ha deciso di denunciare agli inquirenti gli abusi subiti dall’ex professore per diversi anni. “Io ero impaurito, facevo finta di dormire perché così era come se non fosse successo. Mi sentivo impotente, non ho mai avuto il coraggio di aprire gli occhi, mai”, ha dichiarato la vittima nel corso del suo racconto agli agenti del commissariato (che hanno ricevuto telefonate di denuncia da da diversi ragazzi, tutte ipotetiche vittime di Campoli). Le violenze – sempre secondo quanto riportato dalla vittima – sarebbero proseguite per anni, anche durante un soggiorno nel parco divertimenti di Gardaland: “Nel 2017 siamo andati a Gardaland, dove abbiamo dormito due notti in una camera matrimoniale e in entrambe le notti è successo (…) Stavo dormendo e mi sono sentito toccare, io non ho avuto la forza di aprire gli occhi o di girarmi dall’altra parte (…) Era come se in quel momento fossimo due persone diverse, non ne abbiamo mai parlato tra di noi (…)”, ha raccontato il ragazzo.

Campoli era anche amico della famiglia della vittima (“Io l’ho sempre chiamato Zio Mirko“, ha precisato il ragazzo), godeva della fiducia dei genitori, ed era molto generoso con le vittime. In più occasioni aveva fatto loro regali anche importanti, ripianato debiti, offerto sostegno morale. (…) Campoli era un uomo impossibile da odiare, un secondo padre, una persona conosciuta e ben voluta da tutti, capace di comprare il silenzio delle vittime con regali costosi, ma anche con l’ascolto, con parole adatte a consolare dalle angosce dell’adolescenza“. Era stato quindi il comportamento prodigo e bonario di Campoli ad averlo reso “innocuo” agli occhi della famiglia della vittima.

Il ragazzo che ha denunciato avrebbe continuato a subire violenze sino al 26 febbraio scorso, quando ha intimato all’ex professore di non andare a vedere la partita della Lazio allo stadio Olimpico con lui e suo padre, cosa che invece avveniva abitualmente: una richiesta accettata da Campoli, che però ha pregato la vittima di “allontanarsi”, adducendo scuse per i suoi comportamenti e definendosi “imperdonabile“. Ad interrompere del tutto i contatti tra i due è poi sopraggiunta la pandemia, con il lockdown. La vittima ha anche raccontato agli inquirenti di essersi rifugiato – durante il periodo buio degli abusi – nel mondo delle scommesse sportive, a tal punto da entrare nel tunnel della ludopatia. Molto spesso gli stessi debiti accumulati con la sala scommesse – come riportato nell’ordinanza di arresto – venivano saldati dallo stesso Campoli, che, oltre ai regali (come un Iphone), forniva al ragazzo anche soldi.

La Procura di Tivoli ha ricostruito che il 46enne, che ha ricoperto anche incarichi nella Diocesi locale e nell’Azione Cattolica ragazzi – avrebbe compiuto atti sessuali con il minore da quando questi aveva compiuto 12 anni, atti che avvenivano “con una frequenza di almeno una volta al mese” e “con una subdola attività consistita nel sorprenderlo durante il sonno“. Molte delle vittime venivano adescate direttamente in parrocchia. Un’altra vittima ha infatti raccontato che “Avevamo un gruppo parrocchiale e Whatsapp dove erano presenti lui e altri amici, ragazzi con problemi familiari. È successo a un’altra delle quattro vittime che mentre eravamo al camping a Firenze, in un viaggio organizzato con gli altri ragazzi. Una notte stavo dormendo con lui in un letto matrimoniale: ho cercato di svegliarmi ma non sono riuscito a farlo smettere; mi ha anche fatto delle foto (…)”. Gli stessi metodi sarebbero stati utilizzati anche anche con un altro ragazzo ospite di una Casa famiglia romana, in cui il 46enne lavorava come educatore: i suoi momenti “preferiti” per gli abusi erano sempre le gite fuori porta, al riparo da sguardi indiscreti.

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