Arriva l’ok della Lega alla depenalizzazione dell’abuso d’ufficio. È quanto si apprende al termine di una riunione di circa due ore al Senato tra il Guardasigilli Carlo Nordio, la presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno e il sottosegretario Andrea Ostellari (entrambi leghisti). Il ministro ha annunciato una riforma complessiva dei reati contro la pubblica amministrazione in cui troverà spazio, quindi, anche l’abolizione (perlomeno di fatto) dell’articolo 323 del codice penale, obiettivo storico di Nordio condiviso da Forza Italia e dal (fu) Terzo polo, mentre il Carroccio e Fratelli d’Italia avrebbero preferito un’ulteriore limitazione del campo di applicazione della norma della norma. “Oggi ho avuto una lunga e proficua riunione con il ministro Nordio e il sottosegretario Ostellari sul pacchetto giustizia. La Lega è favorevole all’adozione di una serie di misure garantiste tra le quali trovano spazio anche quelle cautelari oggetto del referendum, quelle sull’appello e sulle intercettazioni. Via libera anche alle scelte sul reato di abuso di ufficio, alla luce dell’intenzione del ministro di rivisitare l’intera materia dei reati contro la p.a.”, fa sapere Bongiorno.

Sull’abuso d’ufficio esistono anche tre proposte di legge d’iniziativa parlamentare, in discussione in Commissione Giustizia alla Camera: due di queste (la C. 645​ Pittalis, e la C. 654​ Enrico Costa) propongono proprio di cancellare l’articolo 323, come chiedono da anni i sindaci. Un’abrogazione o uno svuotamento della norma – già modificata tre volte in senso restrittivo, l’ulitima nel 2020 – sarebbe un unicum in Europa e rischierebbe di esporre l’Italia alla contestazione di un illecito di diritto penale internazionale: l’esistenza di questa fattispecie nel nostro ordinamento, infatti, è vincolata da una convenzione Onu, la Convenzione di Merida contro la corruzione, che all’articolo 19 recita: “Ciascuno Stato parte esamina l’adozione di misure legislative per conferire carattere di illecito penale al fatto per un pubblico ufficiale di abusare delle proprie funzioni o della propria posizione, ossia di compiere, o di astenersi dal compiere, nell’esercizio delle proprie funzioni, un atto in violazione delle leggi, al fine di ottenere un indebito vantaggio per sè o per un’altra persona o entità”.

“Sono contento di sapere che anche la Lega ora dica sì alla riforma dell’abuso d’ufficio. Io metto a disposizione della maggioranza la mia proposta di legge, ora all’esame della Commissione Giustizia della Camera, affinchè la facciano propria e la firmino loro”, dice il responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa. Se al momento il reato è punito con la reclusione da uno a quattro anni, aumentata nei casi di “rilevante gravità”, Costa propone di farlo diventare un illecito amministrativo punito con la sanzione pecuniaria da mille a 15mila euro. “L’importante è che una riforma su questo si faccia, non solo perché ce lo chiedono i sindaci di tutta Italia, ma perché la maggioranza di questi processi, che intasano i Tribunali, si risolve in un nulla di fatto”, dice. In realtà la fattispecie è già stata depotenziata dalla riforma del 2020, in seguito alla quale sono punibili solo violazioni di regole “espressamente previste dalla legge (…) e dalle quali non residuino margini di discrezionalità“. Una specificazione che già da sola esclude un gran numero di condotte dall’area della rilevanza penale.

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