I cori razzisti cantanti al Mestalla di Valencia contro Vinicius Jr. portano ai primi tre arresti. Durante l’ultima giornata della Liga, l’attaccante brasiliano del Real Madrid è stato ripetutamente insultato con epiteti come “scimmia” e a nulla è valsa la sospensione della partita per 10 minuti, decisa dall’arbitro De Burgos Bengoetxea. A fine gara Carlo Ancelotti ha duramente criticato tutto il sistema calcio spagnolo, anche perché quello di Valencia è solo l’ultimo di una serie di episodi di razzismo contro il suo calciatore. “La Liga è dei razzisti”, ha accusato Vinicius, mentre il Valencia – dopo un iniziale comunicato non abbastanza chiaro – ha comunicato che i responsabili dei cori verranno esclusi a vita dallo stadio. La polizia nazionale spagnola però ha fatto di più: ha arrestato tre giovani a Valencia per gli insulti razzisti rivolti a Vinicius durante la partita di domenica. La notizia arriva dopo che gli agenti hanno arrestato altre quattro persone a Madrid con l’accusa di crimine d’odio per aver appeso a un ponte un manichino impiccato con la maglia del giocatore il 26 gennaio scorso, prima del derby della capitale tra Real Madrid e Atletico Madrid.

Il caso apre oggi i principali quotidiani spagnoli, da El Paìs a quelli sportivi, come Marca e AS. “Il mondo sta con Vinicius”, titola AS, ricordando la condanna unanime arrivata da parte tra gli altri, del presidente del Brasile Luiz Inacio Lula Da Silva, e del premier spagnolo Pedro Sanchez. “Basta”, titola invece El Mundo Deportivo, scrivendo che il mondo del calcio ha serrato le fila contro il razzismo dopo l’ultimo episodio avvenuto allo stadio Mestalla a Valencia. “Non è sufficiente non essere razzisti, bisogna essere antirazzisti”, scrive Marca, “i crimini d’odio non devono avere posto nel calcio, nello sport o nella società”. “Gli insulti a Vinicius accendono i riflettori sulla tolleranza del razzismo”, titola El Paìs, ricordando che domenica a Valencia non è stata la prima volta che l’attaccante del Real Madrid è stato bersaglio di insulti razzisti in uno stadio, ma “il giocatore è esploso e ha aperto un dibattito sulla tolleranza del razzismo che va oltre l’arena sportiva e oltre i confini della Spagna”. “La Spagna applica le sanzioni più lievi per razzismo”, scrive invece El Mundo, sottolineando che in Inghilterra, la priorità è data ai procedimenti penali, in Italia ai club mentre nel Paese iberico “si scarica la responsabilità maggiore sugli arbitri”.

Intanto per solidarietà il Cristo Redentore, la statua monumentale che campeggia sulla collina del Corcovado simbolo di Rio de Janeiro, si è oscurato lunedì notte per un’ora in solidarietà con il calciatore. Le luci che illuminano la statua di 709 metri del celebre Cristo a braccia aperte sono state spente alle 18.00 ora locale e hanno lasciato il monumento al buio fino alle 19.00 ora locale. “Il Santuario arcidiocesano Cristo Redentor ripudia gli attacchi razzisti subiti dal calciatore brasiliano Vinícius Júnior domenica 21 maggio, durante la partita tra Real Madrid e Valencia”, ha riferito in un comunicato l’Arcidiocesi di Rio de Janeiro come riportato dalla stampa spagnola.

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