Continua la mareggiata di dirigenti che da Azione si abbatte su Italia Viva. Questa volta tocca ai componenti (a questo punto ex) della segreteria di Roma del partito guidato da Carlo Calenda. Questa operazione di svuotamento della base di Azione procede da settimane. Il caso più eclatante è stato quello della parlamentare Naike Gruppioni, imprenditrice bolognese, ma in Emilia i renziani si sono accaparrati altri dirigenti locali, per esempio con la consigliera regionale Giulia Pigoni, di Sassuolo, e altri esponenti del partito a Modena. Ora tocca ai romani, dunque: “Sia chiaro – spiegano in una nota i componenti della segreteria che fu – Non si tratta di scippo (parole che in questi giorni ha usato proprio Calenda, ndr) ma della nostra volontaria richiesta di adesione a un partito, Italia Viva, che sta assumendo sempre di più il ruolo di primario interlocutore con tutti quei soggetti politici e movimenti che si riconoscono nella famiglia europea dei riformisti, democratici e liberali e che auspichiamo si uniranno alle prossime elezioni europee sotto le insegne di Renew Europe“. Ma dopo poco ecco un giallo nel giallo: i “dirigenti” non sarebbero “dirigenti”. “Non sono membri di alcun organo direttivo – spiega Azione – Sono le persone di riferimento dell’ex segretaria di Roma, Noemi Scopellitti, decaduta a novembre del 2022 per le dimissioni della maggioranza del direttivo romano che ha così sfiduciato la Scopellitti. Tra le ragioni, oltre a quelle politiche, proprio la creazione di una ‘segreteria’ che non era né prevista né consentita dalle regole. Insomma non sono dirigenti. Erano membri di una segreteria posticcia e sono stati sfiduciati”. Quest’ultimo episodio non fa che aggravare le relazioni diplomatiche tra le due forze liberaldemocratiche, così come si definiscono. “Sappiamo che Italia Viva non ha dimestichezza con gli organi congressuali non avendo mai tenuto un congresso dalla sua fondazione – concludono le fonti di Azione all’Ansa – ma in ottica di gentile collaborazione siamo sempre pronti a offrire consulenza in materia”.

Chiunque siano, i fuggitivi sono convinti che con l’adesione a Italia Viva si riprenderà “il cammino verso il Terzo Polo“. Aderiscono alla decisione tra gli altri Noemi Scopelliti, già segretaria di Azione Roma e delegata all’assemblea nazionale, Diego De Renzis, già vicesegretario e responsabile organizzazione di Azione Roma, Gianluca Fioravanti, consigliere Municipio XI e responsabile Formazione, Rosanna Stanco, coordinatrice della Giunta ombra e dei tavoli tematici, Luca Giacobbe, vicesegretario e responsabile Affari Legali, Enrico Pagano, già responsabile comunicazione, Luca Olivetti, già responsabile tesseramento. A Calenda viene contestata la decisione “improvvisa” di “interrompere il processo di costruzione del Polo riformista con Italia Viva, seguita dalle continue dichiarazioni che ribadiscono una chiara e unilaterale intenzione di non voler presentare liste associate alle prossime elezioni europee rappresenta l’ultimo atto politico incomprensibile per noi e per una consistente parte della comunità di Azione e dei nostri elettori che stanno assistendo attoniti, ormai da tempo, al disfacimento della linea politica del partito”.

Grande euforia, in ogni caso, dalle parti dei renziani. “Siamo molto felici di dare il benvenuto agli amici che hanno guidato Azione a Roma di aderire ad Italia Viva e di lavorare insieme a noi all’obiettivo della costruzione della casa comune di tutti i riformisti” dichiarano Marietta Tidei e Luciano Nobili, coordinatori regionali nel Lazio. “Abbiamo lavorato a lungo insieme dalle elezioni comunali alle politiche e ne conosciamo qualità e valore e poi perché è molto significativo che nel momento in cui Azione ha scelto di interrompere bruscamente e unilateralmente il cammino comune, abbiano scelto di unirsi a noi per continuare a lavorare al progetto unitario dentro Italia Viva, che ci crede e continua a impegnarsi perché sia il più possibile aperto e inclusivo”. Proprio oggi Renzi ha riunito i parlamentari. “Il tempo ci sta dando ragione e chi viene da noi è perché crede nel progetto riformista” ha detto l’ex premier. Da parte sua ha ribadito la volontà comune di non rompere i gruppi parlamentari unitari. Le fonti di Italia Viva che hanno parlato con l’agenzia Ansa riferiscono che “in modo unanime è stata espressa inoltre la volontà di vedere interrotti gli attacchi personali a Renzi e di lavorare per un progetto unitario alle europee”.

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