“Un passo avanti importante”. Così una nota del Coordinamento per il diritto alla sanità per le persone malate e non autosufficienti (CDSA) ha definito il convegno che si è tenuto mercoledì 17 maggio a Roma, intitolato La non autosufficienza dell’anziano è un problema di salute. Secondo gli organizzatori, negli interventi dei giuristi ed esperti presenti e nei messaggi dei rappresentanti di Governo e Parlamento “sono state colte in pieno le preoccupazioni circa il destino degli anziani malati non autosufficienti, così come delineato nella Legge Delega n. 33 approvata il 23 marzo scorso, Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”.

In particolare secondo Maria Grazia Breda e Laura Valsecchi, rappresentanti del CDSA le parole del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, “sono una preziosa conferma dell’esigibilità del diritto alla tutela della salute degli anziani malati non autosufficienti. I loro messaggi ribadiscono la necessità di non comprimere, o peggio annullare, la competenza della sanità, garantita dal SSN, in favore di ambiti meno tutelanti per i malati, come quello dell’assistenza sociale, come delineato nella Legge Delega n. 33”.

Tutti i posti occupati alla Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati da rappresentanti di associazioni, del terzo settore e del sindacato e parlamentari. “Un successo che ha confermato la rilevanza e delicatezza degli argomenti in discussione, su cui hanno contribuito a fare chiarezza insigni giuristi ed esperti”, commenta l’organizzazione. In particolare Giovanni Maria Flick, giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale in merito al testo della legge 33 ha segnalato: “Il rischio che i malati inguaribili vengano considerati non più malati, quindi nell’ambito dell’articolo 32 della Costituzione, che assicura la tutela della salute come diritto fondamentale, ma vengano considerati come un problema sociale da affidare all’assistenza sociale. La questione è ancora più grave in un momento, come l’attuale, in cui i livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria sono garantiti per tutti, per quanto molto meglio attuabili, mentre l’ambito dei Lep (i Livelli delle prestazioni che concernono tutti i diritti sociali) è tempestoso, non definito e gravido di problemi. Uscire dal terreno sicuro del sanitario e del socio-sanitario, come prospetta la legge 33, equivale a una sottrazione di tutele per i malati cronici non autosufficienti, che invece vanno mantenuti nella dimensione di
tutela sanitaria per tutte le loro esigenze”.

Da canto suo Piero Secreto, geriatra, consigliere nazionale Sigot (Società italiana di geriatria ospedale e territorio) ha sottolineato la condizione clinica dei malati non autosufficienti che afferiscono oggi alle strutture sanitarie e socio-sanitarie: “Negli ultimi anni, la tipologia dei pazienti ricoverati nelle strutture si è modificata in termini di aumentate necessità sanitarie: sono malati sempre più gravi dal punto di vista cognitivo e funzionale. Tuttavia, in parallelo assistiamo allo scivolamento dalla garanzia sanitaria per tutti i malati e a una selezione all’accesso in base a parametri socio-economici. La condizione economica non deve mai essere pregiudiziale dell’intervento sanitario e socio-sanitario sul malato non autosufficiente, in particolar modo demente. Non possiamo arrenderci all’ageismo istituzionale per il quale tanto il paziente non è guaribile, quindi non è degno di ricevere le cure come altri malati più meritevoli”.

Come hanno sottolineato inoltre Breda e Valsecchi: “Il confronto tra giuristi, medici e
organizzazioni sociali di difesa dei diritti degli anziani malati non autosufficienti ha chiarito la necessità forte di mantenere la competenza della presa in carico degli anziani malati non autosufficienti in ambito sanitario, governato dalla legge 833 del 1978, che ha istituto il Servizio Sanitario Nazionale e dai Lea. Una presa in carico che risponda ai loro bisogni di tutela della salute in tutte le fasi della malattia, anche in quelle della cronicità e degli interventi tutelari nelle funzioni elementari della vita: alimentazione, idratazione, igiene, mobilizzazione, monitoraggio delle cure e delle terapie… L’auspicio del CDSA é duplice: nei confronti del Governo, per una scrittura dei decreti attuativi della legge 33 che riconosca la piena competenza del Servizio
Sanitario Nazionale sui malati non autosufficienti; nei confronti dei Parlamentari, perché non abbassino la guardia sul tema fondamentale della tutela della salute dei malati non autosufficienti, anche con interventi puntuali di sollecito e indirizzo sulla scrittura dei decreti”.

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