Anche a Forlì la situazione resta molto difficile, con il sindaco Gian Luca Zattini incredulo davanti a un evento di questa portata. “La situazione è apocalittica, ci eravamo preparati, avevamo diramato allarmi: la realtà ha superato anche le più pessimistiche previsioni”. Spiega che alcuni quartieri sono isolati, quelli vicino al fiume Montone che ha straripato (Romiti, La Cava, San Benedetto, Roncadello), molte zone sono senza corrente, considerato che le cabine sono finite sott’acqua – spiega – Abbiamo attivato una serie di numeri per le emergenze, tantissime le telefonate che riceviamo in continuazione. Appena ora – annuncia – abbiamo finito una riunione dove è stato messo insieme un sistema di coordinamento per la consegna a domicilio dei pasti a chi non ha possibilità di muoversi: questo anche tramite le associazioni di volontariato e gli scout. E poi sono fondamentali i mezzi anfibi della protezione civile, 32 uomini sono arrivati dal Friuli con le autopompe e i veicoli per raggiungere le zone allagate, ne arriveranno anche dalla Lombardia. Intanto questa mattina stiamo liberando le strade del quartiere Romiti, tra cui l’arteria principale che è via Bologna”. Tanta però è anche la solidarietà. “Sono state oltre 500 le richieste arrivate da cittadini che vogliono dare una mano, da aziende che porteranno beni di prima necessità – conclude – Il supporto di tutti è ad oggi fondamentale”.

A colpire è anche la testimonianza del parroco don Loriano Valzania dalla chiesa dei Romiti, uno dei quartieri di Forlì più colpiti dall’alluvione. ”Ricordo, da piccolo, l’alluvione del ’66, quando si allagarono Firenze da una parte e Ravenna dall’altra. Non fu così tremenda e invasiva come questa però. Anche quella dell’89 fu drammatica, l’acqua però stavolta ha superato ogni limite mai raggiunto. E sono completamente allagati i campetti dell’oratorio, il doposcuola e il tendone dove si facevano le attività associative”, dice il parroco. Il fango non ha risparmiato nemmeno la chiesa, oggi ripulita come si può, devastando gli spazi dell’oratorio dedicati alla gente del posto. “È un evento naturale che ha veramente messo in ginocchio la nostra realtà – spiega padre Valzania – una comunità viva. Dalla nostra abbiamo un volontariato molto forte, ci facciamo forza su questo”.

“Qui siamo in ginocchio”

“Una candela per dire ai vigili che c’ero” – Il Corriere della Sera riporta la testimonianza di Mina Parrini, 70 anni, sfollata al Palafiera di Forlì insieme a quasi duecento persone. “Mamma ha 93 anni. Credo che semplicemente sia a casa ma finora non è stato possibile raggiungerla, e il telefono non prende. Stessa cosa per mia sorella”, dice, spiegando che “la corrente elettrica se n’è andata, ho chiamato mio figlio che ha avvisato i vigili del fuoco. Mi hanno detto di mettere una candela accesa sulla finestra per segnalare la mia presenza, l’ho fatto ed eccomi qui”.

(immagine da Castelbolognese)

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