Uno accanto all’altro, allenatore compreso, sotto la curva. Per un discorso a metà tra il motivazionale alla vigilia del secondo euroderby e quella che più volte è stata definita gogna. È finita così la partita del Milan contro lo Spezia, come immortalato dalle telecamere di Dazn, e ora la procura della Figc vuole vederci chiaro per escludere possibili intimidazioni. Sconfitto e “richiamato” dagli ultras, il Diavolo è nel suo momento più tormentato a meno di 72 ore dalla semifinale di ritorno di Champions League contro l’Inter, dove ripartirà dalla sconfitta per 2-0 incassato all’andata. Un pugile suonato messo all’angolo anche dalla tifoseria organizzata: risorgere o subire l’onta, a spanne, ciò che la curva ha comunicato ai rossoneri.

Dopo il ko incassato in Liguria contro una squadra che sta lottando per non retrocedere i campioni d’Italia dello scorso campionato, con il tecnico Stefano Pioli in seconda fila che annuiva, hanno subito la catechesi dei tifosi prima di fare rientro negli spogliatoi. Poi appena il discorso dei capi ultras – si nota parlare Francesco Lucci, leader della curva insieme al più noto fratello Luca, e accanto a lui Giancarlo Capelli, uno degli storici capi della Curva Sud – è terminato sono partiti i cori di incoraggiamento. “Noi vogliamo undici leoni”, hanno intonato. E oggi il tifo organizzato ha chiamato anche a raccolta i tifosi a Milanello, come era avvenuto alla vigilia della trasferta che avrebbe poi consegnato lo scudetto la scorsa stagione.

“Un anno fa ci siamo stretti intorno ai nostri ragazzi per celebrare un’impresa straordinaria – hanno scritto su Instagram – Quella che ci aspetta martedì sarà impresa ancora più complicata. Ora più che mai dimostriamo che noi siamo la gente del Milan”. A dimostrazione che quella scena già vista decine di volte in molti stadi d’Italia era più un atto di vicinanza, una specie di “richiamo”, che un momento di umiliazione per i giocatori che nelle ultime settimane non sono mai riusciti a esprimere un gioco capace di portarli alla vittoria. Del resto c’è un obiettivo inimmaginabile a inizio stagione da raggiungere e contestualmente la Champions della prossima annata da guadagnare sul campo.

La discussione tra calciatori e tifosi è ora al vaglio della Procura Figc che vuole capire se l’arringa tenuta da un capo ultras della Curva Sud sia stata uno stimolo a dare il massimo per cercare di rimontare lo 0-2 subito dall’Inter o una minaccia. Il codice di giustizia sportiva della Federcalcio prevede una norma che vieta le ‘gogne pubbliche’ che i giocatori subiscono per non avere problemi con le frange più estreme delle tifoserie.

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