È una vera e propria emergenza sanitaria quella analizzata da un nuovo studio secondo il quale i decessi correlati al fentanyl, un analgesico utilizzato anche come stupefacente, negli Stati Uniti sono aumentati in età pediatrica di oltre 30 volte tra il 2013 e il 2021. Un’emergenza che fa sorgere anche interrogativi preoccupanti sullo stato delle cure familiari dei più piccoli, sempre più a rischio di intossicazione e di morte. Nell’aprile del 2022 una bimba di 10 mesi, nipote dello scrittore scrittore Paul Auster, morì per overdose. Se infatti le dinamiche del consumo di questa droga da parte degli adolescenti sono abbastanza chiare – prevalentemente a fini “di sballo” – ben più complesso è comprendere come i bambini arrivino ad essere intossicati da questa sostanza.

“Con gli adolescenti, il modo in cui si verificano gli avvelenamenti è simile a quello che accade per gli adulti. È l’uso di droghe a fini ‘ricreativi’. Poi può variare se prendano intenzionalmente il fentanyl o lo ingeriscano misto ad altre droghe che stanno usando “, ha spiegato alla Cnn Julie Gaither, autrice della ricerca e docente in pediatria presso la Yale School of Medicine, Usa. Nel caso dei bambini la faccenda è più complessa e spesso il problema è da ricercare nelle case i cui vivono, dove genitori o altri familiari – a loro volta consumatori del fentanyl – possono lasciarlo incustodito e alla portata di tutti. E dato che la sostanza è davvero molto potente, basta poco per un incidente mortale. Secondo il lavoro della Gaither, pubblicato su Jama Pediatrics, più di 5.000 bambini e adolescenti negli Usa sono morti per overdose di fentanyl negli ultimi due decenni, e i decessi annuali hanno raggiunto il picco nel 2020 e nel 2021, suggerendo che la pandemia della Covid 19 abbia esacerbato questa crisi di salute pubblica.

Circa 1.550 i decessi in età pediatrica dovuti al fentanyl nel 2021, oltre 30 volte di più rispetto al 2013. Tra i bambini e gli adolescenti, emerge dallo studio, anche le benzodiazepine – farmaci comunemente prescritti per trattare condizioni come ansia e insonnia – così come la cocaina o gli psicostimolanti rappresentano una emergenza da non sottovalutare. Queste tendenze suggeriscono che “la crisi degli oppioidi in età pediatrica sta cambiando in modi che renderanno più difficile affrontarla”, ha affermato la Gaither. Combattere questa crisi – ha concluso – richiederà misure preventive come confezioni sempre più sicure e a prova di bambini, nonché strategie di riduzione del danno, compreso il trattamento del disturbo da uso di oppioidi sia per i genitori che per gli adolescenti e un migliore accesso ai farmaci per far fronte in emergenza alle overdose.

Gianmarco Pondrano Altavilla

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