Era un grande appassionato di botanica ed era andato a raccogliere alcuni fiori che aveva poi bollito e mangiato, credendo di avere a che fare con il tarassaco comune: invece Stefano Bonacina, 56enne di Calolziocorte (Lecco), aveva ingerito fiori velenosi che non gli hanno dato scampo. La vicenda, riportata da Fanpage, risale a lunedì 1° maggio: Bonacina aveva raccolto i fiori di una pianta che aveva erroneamente scambiato per dente di leone (noto anche come tarassaco), li aveva bolliti – pensando probabilmente di eliminare in questo modo eventuali effetti nocivi – e li aveva mangiati insieme ad altre verdure. Dopo il pasto però ha iniziato ad accusare nausea e dolori vari allo stomaco che sono via via peggiorati fino a quando dopo due giorni è stato costretto a contattare i medici che hanno predisposto il suo ricovero all’ospedale di Merate. Qui, dopo qualche ora, è stato trasferito nel reparto di Terapia intensiva, mentre nel frattempo i consulenti del centro Antiveleni di Milano a distanza hanno dato indicazioni ai medici su una terapia da far seguire al paziente.

Ma per l’appassionato di botanica non c’è stato nulla da fare: le condizioni di Bonacina sono infatti peggiorate fino alla morte avvenuta in ospedale nella serata di mercoledì 3 maggio. I fiori che l’uomo aveva ingerito, infatti, non erano fiori di tarassaco (quindi commestibili), ma erano fiori di una pianta altamente tossica.

Il 56enne era molto noto nella sua cittadina: oltre alla sua passione per le piante, amava il calcio e aveva allenato per alcuni anni le società Polisportiva Foppenico ASD e la ACD Calolziocorte. Entrambe hanno rivolto un messaggio di cordoglio al collaboratore e alla sua famiglia: Bonacina ha lasciato una moglie e due figli. Sul corpo non sarà disposta l’autopsia, le cause del decesso sono già state accertate.

Foto tratta dalla pagina Facebook della Polisportiva Foppenico Asd

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