A Catania le amministrative sono una questione di famiglia. In corsa per un posto in consiglio comunale o al Municipio ci sono giovani rampolli, figli d’arte e pure parenti di pregiudicati e imputati. Personaggi noti come Fabrizio Corona, che però all’ultimo ha rinunciato alla candidatura in Consiglio, ma pure il manager del cantante neomelodico e trapper Niko Pandetta, che è nipote del boss mafioso Turi Cappello. Alla chiusura delle liste ecco chi corre per uno dei 36 posti a Palazzo degli Elefanti alle prossime amministrative di domenica 28 e lunedì 29 maggio.

Avvocati in corsa – La sinistra prova a espugnare una delle roccaforti del centrodestra, una città senza sindaco: l’ultimo è Salvo Pogliese, che si è dimesso per candidarsi al Senato con Fdi, dopo essere stato sospeso per la legge Severino, a causa di una condanna per peculato in primo grado. Ai piedi dell’Etna, tra l’altro, l’ex governatore Raffaele Lombardo è tornato a dire la sua dopo l’assoluzione in via definitiva per concorso esterno. Sarebbe stato proprio l’ex presidente della Regione a mettere il veto sulla candidatura della deputata della Lega, Valeria Sudano, ex renziana e punto di riferimento dell’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. Così il centrodestra si affida a Enrico Trantino, uomo di Pogliese voluto da Ignazio La Russa, avvocato e figlio d’arte: il padre è Vincenzo, già sottosegratario agli Esteri nel primo governo di Silvio Berlusconi e in passato difensore di Marcello Dell’Utri. In lizza per correre da primo cittadino, a un certo punto, c’era pure Pippo Arcidiacono, ex assessore di Pogliese, che ha fatto un passo indietro poco prima di finire ai domiciliari in un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta.

Figli d’arte – Il centrosinistra, invece, si è compattato sul docente di Economia Maurizio Caserta, alla sua seconda prova da candidato sindaco. A sostenerlo anche l’ex primo cittadino dem Enzo Bianco, che è stato dichiarato incandidabile per dieci anni dalla Corte dei Conti, e ora fa correre la figlia Giulia al consiglio comunale. Per Nino Vullo, vicesegretario provinciale del Partito democratico, corre la sorella Anna. Tra i pretendenti alla sindacatura ci sono anche il consigliere comunale Lanfranco Zappalà, l’avvocato civilista Giuseppe Giuffrida, sostenuto dagli ex M5s Barbara Lezzi e Nicola Morra e da Antonio Ingroia. Ritorna, sebbene non da protagonista, anche l’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, che sosterrà un altro avvocato: Vincenzo Drago. Gabriele Savoca, avvocato pure lui, è la proposta di Sud chiama Nord, il partito di Cateno De Luca. E poi c’è Giuseppe Lipera, legale di Antonino Speziale, l’ultras del Catania calcio condannato per l’omicidio del poliziotto Filippo Raciti. A suo supporto, candidato come consigliere comunale, doveva esserci pure Fabrizio Corona, ma nelle liste però non compare. Il fotoreporter si occcuperà solo di comunicazione “perché l’obiettivo è un posto in consiglio comunale per Lipera”, dice a ilfattoquotidiano.it.

Magni junior ci riprova – Nella lista di Fdi, in corsa per un posto al consiglio comunale c’è pure Giovanni Magni, figlio di Angelo Magni, considerato affiliato al clan mafioso “Pillera – Cappello”, morto in carcere a causa di un malore nell’aprile del 2022. “Non ho conosciuto mio padre“, diceva Magni junior al quotidiano La Sicilia, spiegando di essere stato cresciuto soltanto dalla madre. Era il 2018 e il giovane voleva già candidarsi al consiglio comunale dopo l’esperienza nella politica universitaria. Poi, però, avevano cominciato a circolare le voci sul genitore e la sua candidatura era sfumata. Ora ci riprova. Nel frattempo è diventato collaboratore di Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

Gli altri figli (e nipoti) di – Tra le fila di Forza Italia spicca il nome di Piermaria Capuana, figlio dell’ex consigliere comunale Daniele, che fu eletto per la prima volta a sala Verga nel 1997, quando aveva 22 anni. La candidatura di Capuana junior a Palazzo degli Elefanti arriva al compimento dei suoi 20 anni e dopo la prova da assessore nel Comune pedemontano di San Giovanni La Punta. Pupillo del commissario provinciale di Forza italia, Marco Falcone, – un’etichetta che per Capuana “lascia il tempo che trova” – è anche il nipote di Pietro Capuana, balzato agli onori della cronaca con l’appellativo di “Santone“: è imputato per violenza sessuale sui minori nel processo nato dall’inchiesta “12 Apostoli“, che ha ricostruito un sistema di presunta coercizione di minori con l’assoggettamento a riti para-religiosi e al compimento di atti sessuali. “Sono certo che la vicenda processuale porterà ad accertare la verità, il riscatto di una città deve venire dalla voglia di cambiamento e io su questo voglio confrontarmi”, spiega il candidato al consiglio Capuana. Nel centrodestra, tra le liste di Luca Sammartino, in corsa per un posto al sesto Municipio c’è anche Gianluca Cadiri, alias Luca Bacio, operatore ecologico e manager di Niko Pandetta, il cantante neomelodico nipote del boss Turi Cappello, che è recluso al carcere di Siracusa per scontare la condanna a quattro anni per spaccio di stupefacenti.

Articolo Successivo

“Dobbiamo passare alla lotta armata, non dico che serva il lanciafiamme ma quasi”: l’uscita di De Luca contro il governo

next