Un trasbordo in alto mare a 30 miglia dalla costa libica più vicina. Un respingimento illegale dettato dalla MRCC di Roma che avrebbe imposto al mercantile Grimstad di consegnare alle motovedette libiche i 30 naufraghi che aveva salvato, contravvenendo così al diritto internazionale che impone di condurli in un porto sicuro. A denunciarlo è Sea Watch che accusa: “è in corso una gravissima violazione del diritto internazionale”. L’imbarcazione in difficoltà, partita probabilmente da Derna, era stata avvistata ieri dall’areo Seabird, che ha seguito la segnalazione di Alarm Phone. Le autorità della Libia avevano negato il soccorso, sostenendo di non essere l’autorità responsabile delle operazioni di recupero in mare. La Ong ha diffuso sui suoi canali social video e audio in cui si sente distintamente il comandante del mercantile riferire dell’ordine ricevuto da Roma.

Sea Watch, a operazioni ancora in corso, lo ammonisce a non farlo, facendo presente che in base alla convenzione Sar e del trasporto marittimo internazionale (IMO) il trattamento delle persone salvate in mare impongono lo sbarco in un porto sicuro, cosa che la Libia non è, perché i migranti finiscono nuovamente detenuti e sottoposti a trattamenti degradanti che ne violano i diritti. Il Centro nazionale di Coordinamento del soccorso (MRCC), in sostanza, avrebbe spinto il comandante a fare la stessa cosa per cui quello della Asso28 fu condannato a un anno di carcere dall’Italia nel 2021, sentenza confermata a novembre dell’anno scorso.

Di oggi la notizia di un salvataggio avvenuto ieri, alle 19:20, di un’imbarcazione partita da Tobruk, in Libia, il natante si trovava in acque internazionali ed era in mare da quasi 4 giorni. La nave Life Support di Emergency ha condotto in salvo 35 persone a bordo di un natante in vetroresina da giorni senza acqua né cibo. Due delle persone soccorse provenivano dalla Palestina, una dalla Siria, tutti gli altri dal Bangladesh, Paesi colpiti da violenze, crisi umanitarie e insicurezza alimentare. La Life Support ha ricevuto da IMRCC l’indicazione di dirigersi al porto di Livorno, dove arriverà nella mattinata del 3 maggio. “Le autorità italiane – commenta il cooridinatore Albert Mayordomo – ci hanno assegnato il porto a quasi 670 miglia nautiche di distanza dal luogo in cui è avvenuto il salvataggio. L’assegnazione di porti lontani non rispetta il diritto internazionale e posticipa senza motivo l’assistenza di cui hanno bisogno le persone soccorse”.

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