Una “narrazione” da cambiare sul problema siccità, perché “enfatizzato”. Anzi, c’è anche un lato positivo: “Le spiagge saranno più larghe”. Gli albergatori del Garda vogliono vedere “il bicchiere mezzo pieno” in vista della stagione estiva del lago più grande d’Italia. E così in una nota congiunta firmata da Federalberghi Brescia, Federalberghi Garda Veneto e Associazione albergatori e imprese turistiche della Provincia autonoma di Trento si finisce, in sostanza, per minimizzare il problema. Meglio: si chiede minor pathos nel racconto. La preoccupazione, manco a dirlo, non è la siccità ma in prima battuta la fuga dei turisti.

“Serve un netto cambio di rotta nella comunicazione della situazione idrica sul lago di Garda per evitare fake news, inutili allarmismi e soprattutto un notevole danno di immagine per tutta la destinazione”, dicono gli albergatori. Insomma: “Basta autoterrorismo”. Alessandro Fantini, presidente di Federalberghi Brescia, ci mette il carico: “Ci si dimentica che sotto i 60 centimetri che mancano ce ne sono altri 150 sotto. Dire che il lago di Garda è vuoto è sbagliato e può creare seri problemi al comparto. Ci arrivano telefonate dei tedeschi che ci chiedono spiegazioni”. E vede positivo: “Quest’anno le spiagge saranno un po’ più ampie. Vediamo il bicchiere mezzo pieno”, spiega al Giornale di Brescia.

“Da sei mesi a questa parte assistiamo a un fiorire pressoché continuo di articoli, interviste, dichiarazioni – si legge nella nota congiunta – Siamo ben consapevoli che il problema esista e ne sono informati anche la politica e gli organi preposti, ma la sua narrazione va cambiata”. Ma il problema “non è solo nostro” e, anzi, “le anomalie più rilevanti sono state registrate in Germania, Spagna e Regno Unito”.

Ma in quelle zone, dice ancora al Corriere del Trentino Ivan De Beni, numero uno di Federalberghi Garda Veneto, le condizioni di difficoltà “sono vissute senza questa enfatizzazione”. Fantini chiede anche maggiore attenzioni da parte delle istituzioni perché “a volte non siamo aiutati da chi deve prendere le decisioni” e “non si rende conto che certe disattenzioni posso arrecare un danno importante a un comparto come quello turistico”. E torna ancora sulla comunicazione che “deve essere il più possibile obiettiva, senza la continua ricerca di pathos”.

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