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L’orso MJ5 non sarà abbattuto: il Tar ha sospeso l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia di Trento Fugatti

L’orso MJ5 non sarà abbattuto: il Tar ha sospeso l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia di Trento Fugatti
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L’orso MJ5 non sarà abbattuto. Il Tar di Trento ha infatti sospeso l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, che dopo il caso di JJ4 aveva messo nel mirino anche un altro esemplare. Ma il tribunale ha stabilito che rimarrà in vigore solo il provvedimento di cattura, motivato dall’aggressione compiuta dall’animale lo scorso 5 marzo ai danni di un 39enne che stava passeggiando col suo cane in Val di Rabbi.

A darne notizia, esultando per la decisione dei giudici, è il il presidente della Lega Antivivisezione, Gian Marco Prampolini: “Con nostra grande soddisfazione – ha dichiarato – il Tar ha accolto il ricorso di Leal dello scorso 20 aprile e le motivazioni formulate dal nostro ufficio legale. È più che mai necessario mettere punti fermi a una follia di sterminio dei plantigradi perseguita dalla giunta Fugatti”. Il presidente di Leal continua poi affermando che “vogliamo anche contestare i criteri di valutazione di pericolosità degli orsi considerati confidenti o ‘aggressivi’, in quanto vittime essi stessi in primis di azioni di disturbo spesso anche volontarie da parte di curiosi, escursionisti e ancora più spesso cacciatori e bracconieri“. E in riferimento all’aggressione di MJ5 dello scorso 5 marzo, Leal ribadisce che “le dinamiche non sono chiare e lasciano aperta l’ipotesi che il cane fosse sciolto e, non controllato, abbia innescato la reazione dell’orso”.

Lo scorso 19 aprile era arrivata la firma sul decreto che imponeva l’abbattimento dell’animale da parte di Fugatti, nonostante quello di MJ5 fosse il primo episodio di aggressione, a differenza di quanto ricostruito nel caso di JJ4. Nel documento si leggeva che “il decreto dispone l’identificazione genetica dell’esemplare, attraverso cattura preliminare, ed è motivato dalla necessità di garantire l’interesse della salute e della sicurezza pubblica″. Il giorno successivo era arrivato però il ricorso al Tar da parte di Leal che, oggi, ha portato allo stop da parte del tribunale.

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