Il dibattito sull’orsa Jj4 – catturata dopo aver ucciso il runner Andrea Papi e su cui pende un ordine di abbattimento per ora bloccato da Tar – non si affievolisce. Sul caso del plantigrado “condannato a morte” dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, si è espresso anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “C’è il parere dell’Ispra che io ho visto ieri e che dice che è possibile anche tenerla isolata perché è problematica a un livello alto, a livello 18 del Pacobace, ma io sinceramente spero che non venga abbattuta”.

La posizione dell’Ue – Un abbattimento che però è possibile secondo l’Unione europea. Il portavoce dell’esecutivo europeo esprime le proprie “condoglianze agli amici e alla famiglia di Andrea Papi” e segnala che “la protezione della vita umana è e rimane la prima priorità. L’attacco di un orso all’uomo è un evento molto raro, ma resta tragico quando si verifica”. “Le autorità degli Stati membri responsabili della gestione della fauna selvatica dispongono degli strumenti adeguati per valutare ogni singolo caso e adottare misure preventive o reattive appropriate. La legislazione dell’Ue sulla natura offre” alle autorità nazionali “un quadro di riferimento per garantire sia la sicurezza delle persone che la conservazione delle specie selvatiche protette”, viene anche spiegato. “Le misure pertinenti comprendono la sensibilizzazione e l’informazione delle persone che entrano nelle aree frequentate dagli orsi; la corretta gestione dei rifiuti e la rimozione degli attrattori alimentari per gli orsi; squadre di emergenza specializzate per affrontare tempestivamente gli esemplari problematici che mostrano un comportamento potenzialmente pericoloso”, viene sottolineato. “La coesistenza con i grandi carnivori si è dimostrata possibile, ma richiede misure precauzionali ed è un processo continuo per garantire la sicurezza delle persone e la protezione dei mezzi di sussistenza – viene anche precisato – La Commissione ha sempre sostenuto gli Stati membri nei loro sforzi per migliorare lo stato di conservazione dei grandi carnivori protetti, garantendo al contempo la coesistenza con l’uomo e il bestiame”. La Commissione europea precisa comunque che sulla vicenda dell’Orsa Jj4 “non dispone di informazioni specifiche se non quelle riportate dalla stampa”.

Ferrazza: “Abbattere non deve essere un tabù” – “Bisogna anche tornare a fare rete ed esprimere una posizione ferma, costruttiva, unanime. Abbattere un esemplare pericoloso di orso non deve essere un tabù: era previsto fin dalle origini del progetto Life Ursus, conclusosi formalmente nel 2004. Ma non può essere l’unica soluzione possibile. Non è possibile – dice Walter Ferrazza, presidente del Parco naturale Adamello Brenta, incontrando i sindaci dei 30 Comuni inseriti all’interno dell’oasi sulla gestione dei grandi carnivori e in particolare degli orsi – pensare di risolvere il problema senza solide basi scientifiche sulle quali agire con interventi immediati. Realtà come il Parco possono dare un contributo importante all’elaborazione delle decisioni più opportune ma adesso è importante che vengano prese in considerazione dal decisore politico. C’è il profondo cordoglio per quanto avvenuto in val di Sole ma al di là dell’emotività è necessario tornare a dare spazio all’approccio scientifico – ha aggiunto Ferrazza -. Bisogna farlo anche per rispetto ai familiari di Andrea. Ci sono criteri oggettivi che sono noti agli addetti ai lavori per prevenire gli incidenti e che devono essere a disposizione della politica. Sono contenuti in numerosi rapporti scientifici prodotti in passato e purtroppo rimasti nei cassetti”.

La proposta di un santuario – “Gli orsi del Trentino sono nostri, da qui non si devono muovere. Si può iniziare invece a ragionare sulla costruzione di corridoi faunistici e di un’area protetta. Noi adesso ci batteremo per costruire un santuario: mi prenderò in carico di lanciare una raccolta, un crowdfunding a livello mondiale, per costruirlo” dice all’Ansa Ornella Dorigatti, delegata dell’Organizzazione internazionale protezione animali di Trento, durante il sit-in di protesta davanti al Palazzo della Provincia contro la decisione di abbattere gli orsi Jj4 e Mj5. Nei giorni scorsi la Lav ha comunicato alcuni nomi di santuari-rifugi per gli orsi. “Jj4 è un animale di 18 anni che percorre 50-60 chilometri al giorno, e per me in questi pseudo-parchi ci possono andare gli animali che sono stati nei circhi, o che comunque sono stati a contatto con le persone”, commenta la delegata Oipa Trento. “Jj4 deve tornare nel bosco con i suoi cuccioli, monitorata, anche costantemente, ma non possiamo lasciare che marcisca nel Casteller, come sta succedendo a M49”. Secondo Dorigatti, “Fugatti non abbatterà 50-70 orsi. Non lo può fare, oltre al fatto che i veterinari sono contrari, e deve trovarne uno che pratichi l’eutanasia”. Secondo la delegata Oipa, su Jj4 sono state diffuse delle informazioni false. “Si trova – ha detto – in una gabbia di ferro due metri per sei. Quando si cattura un orso, per non farlo impazzire, va chiuso in un posto ristrettissimo e magari al buio, sedato. In questo caso non sappiamo se è sedato. Bisogna smetterla però di dire che Jj4 lì sta bene, che sta mangiando frutta fresca”.

Il questore e il monitoraggio costante – C’è il monitoraggio costante 24 ore su 24 per scongiurare eventuali irruzioni nella zona protetta in vista dell’arrivo dei ‘turisti della cronaca nerà il fine settimana. Magari qualcuno ha pensato bene di farsi una passeggiata lungo i sentieri che costeggiano la recinzione dell’area faunistica per farsi la foto con l’orso che fa capolino. C’è gente che vive anche di queste cose e dobbiamo stare attenti a tutto, governando la situazione cercando di mantenere tutto nella maniera più tranquilla possibile” dice il questore di Trento, Maurizio Improta, in vista delle manifestazioni di protesta annunciate dagli animalisti davanti al centro di recupero fauna alpina Casteller.

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