Dal discorso della Presidente di Italia Nostra Antonella Caroli, in occasione dell’incontro odierno degli Stati Generali del Patrimonio italiano al Ministero della Cultura

Giorgio Bassani, scrittore, giornalista, insegnante, poeta, sceneggiatore, è uno dei fondatori, insieme ad altri intellettuali, dell’associazione Italia Nostra, che oggi conta migliaia di iscritti e oltre 200 sezioni a presidio dei territori per il recupero e la salvaguardia delle bellezze storico-artistiche, paesaggistiche e naturali della nazione. Lo scrittore contribuì in maniera fondamentale a delineare la missione di Italia Nostra, basandola sulla sua particolare visione dell’impegno civile: fare politica senza essere dei politici, senza ricavi o guadagni, ma solo per il dovere morale di fare tutto il possibile per tutelare il patrimonio culturale e ambientale italiano.

Nel periodo del dopoguerra Bassani ebbe stretti rapporti con personaggi del mondo culturale e politico italiano. Tra questi anche Giovanni Spadolini, con il quale si instaura un rapporto di collaborazione sin dagli anni ’70, quando su iniziativa proprio di Spadolini viene istituito il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – con Spadolini stesso ministro del nuovo dicastero dal 19 dicembre 1974 al 12 febbraio 1976. Un rapporto di amicizia tra i due era nato già durante la direzione spadoliniana del Corriere della sera, quando Bassani ne divenne collaboratore, grazie alla comune “’identità di vedute morali, politiche e civili”.

Tra i primi impegni pubblici del neoministro, il 17 gennaio 1975, Spadolini volle incontrare il Consiglio Direttivo di Italia Nostra, a coronamento della intensa collaborazione tra i due intellettuali, come emerge chiaramente dalle carte conservate negli archivi. Spadolini dichiara quel giorno: “Conto sul vostro appoggio, sul vostro conforto, sui vostri consensi e consigli; cercheremo senz’altro, fra ‘Italia Nostra’ e il Ministero, un efficace mezzo di collegamento, volto a inserire le posizioni di un gruppo di opinione e di pressione, che si muove con assoluta discrezionalità” nell’amministrazione pubblica.

L’impegno civile a favore dei Beni Culturali e dell’Ambiente si nutriva per entrambi della stessa connotazione etica: anche Spadolini vedeva il suo incarico ministeriale “come una missione, non cercata né sollecitata”. Infatti dichiarava: “Voglio quindi tranquillizzare il caro amico Presidente Bassani: […] sono deciso a valermi di questa posizione fortunata – anche perché appartengo ad un piccolo Partito d’opinione che non stringe nella morsa degli apparati e lascia libertà di coscienza e sopravvivenza intellettuale – per servire come posso il mio Paese nei vari campi: l’università prima, i beni culturali oggi.”

Con tenacia, dunque, uscendo gradualmente da una visione elitaria, quel ridotto gruppo di intellettuali ha cercato di diffondere una nuova visione ambientalista in cui difesa e salvaguardia sono i costanti termini di riferimento per lo sviluppo culturale e democratico del Paese.

Con piena consapevolezza, Bassani sostiene la stretta coniugazione di ambiente e cultura come peculiarità del nostro Paese, nel quale la storia e l’arte da un lato, e la natura e il paesaggio dall’altro, sono da considerarsi come un tutt’uno, coniugazione che ancora oggi caratterizza la visione dell’associazione. Come spiegava Bassani: “Il patrimonio artistico italiano è la prova, la testimonianza puntuale, del processo spirituale che ha cambiato il profilo della civiltà. È per questo motivo che l’Italia, per me, ha un carattere ‘sacro’”.

L’Italia è dunque un Paese “sacro”, da difendere dagli speculatori e dagli affaristi senza scrupoli ma, attenzione, Bassani non è contrario alla tecnologia e al progresso, anzi, spesso soleva ricordare che “ci guardiamo bene dal sognare che l’Italia e il mondo tornino indietro, verso la civiltà agricolo-forestale da cui tutti proveniamo. Vogliamo però che la civiltà tecnologico-industriale, di cui facciamo parte, la smetta di tentare di convincere il mondo che è opportuno l’avvento di (…) un’epoca di consumatori-consumati. Noi siamo diversi, vogliamo che gli uomini continuino a essere uomini”.

Bassani sceglie dunque Italia Nostra, lontana dalla cultura partitica, per il suo impegno politico, sempre concreto e immediato, per la tutela del territorio e per realizzare un equilibro tra gli interessi economici e culturali. I discorsi e gli interventi di Bassani per Italia Nostra rappresentano una lezione importante ancora oggi per l’associazione, sempre impegnata sulle barricate per combattere soprusi e assalti ai beni culturali e al paesaggio.

La sua presenza è ancora attuale e viva, e va trasmessa ai soci e ai militanti dell’associazione, e ai cittadini tutti, soprattutto alle nuove generazioni.

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