“Aumentare l’occupazione femminile”. L’intento del governo è stato ribadito dalla ministra del lavoro Maria Calderone, sul palco del congresso Cisal. Terminato l’intervento, la ministra concede due domande ai cronisti. Il Fattoquotidiano.it riesce a farne una e le chiediamo conto in particolare dello stop al concetto di ‘offerta congrua’, contenuto nelle bozze di riforma del Reddito di Cittadinanza, per il quale un percettore di Gil (Garanzia per l’inclusione), con figli sopra ai tre anni rischia di vedersi imporre un lavoro, anche a tempo determinato, a molta distanza da casa. “Io non parlerei di imposizione, ma di possibilità di avere una proposta di lavoro, perché – sostiene la ministra – io credo che il lavoro ci sia nei territori, altrimenti non avremmo un’indicazione di circa 1 milione e 200 mila posti di lavoro disponibili. Per i lavori – aggiunge la responsabile delle politiche delle politiche lavorative e sociali del governo Meloni – c’è necessità anche di formazione e di riqualificazione, però per questo abbiamo gli strumenti e guarderei anche al fatto che oggi, prima di fare ragionamenti sull’immigrazione, c’è l’importante obiettivo di dare ad ogni cittadino italiano l’opportunità di lavorare”.

La ministra del lavoro, inoltre, garantisce che “la mamma con figli piccoli verrà accompagnata al lavoro in un contesto che possa essere assolutamente gestibile rispetto a quelli che sono gli impegni familiari”. Ma non si capisce come, viste le prime norme che iniziano ad emergere. “Io credo che sia importante commentare le norme quando escono e quando sono decreti, non delle bozze di lavoro che ancora non sono ufficiali”, afferma ancora la ministra prima che il suo servizio d’ordine ci allontani. “Non è una conferenza stampa. Ci mandi una richiesta d’intervista” conclude il suo portavoce.

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