Prima la telefonata dal finto nipote, poi l’arrivo di un corriere per ritirare i soldi. Tre cittadini di origine campana di 43, 24 e 20 anni sono finiti ai domiciliari con l’accusa di aver commesso, in concorso, i reati di truffa aggravata ai danni di 4 donne anziane. La misura cautelare è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile di Roma e del III Distretto Fidene Serpentara ed emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica. La tecnica utilizzata è, più o meno, sempre la stessa, quella appunto del finto nipote che prova a convincere l’anziano a consegnare denaro a un ipotetico dipendente delle Poste o a un corriere che, dopo poco, arriva presso l’abitazione della vittima

La prima vittima risale al dicembre dello scorso anno quando una 86enne è stata contattata da un uomo il quale, spacciandosi per il nipote, le ha preannunciato l’arrivo di un corriere con il compito di ritirare 30.000 euro per conto della madre, figlia della vittima stessa, per l’acquisto di un immobile. Nell’occasione l’anziana ha consegnato i 30mila euro in contanti, oltre a monili e preziosi per un valore di ulteriori 30mila euro. Resasi conto di quanto fosse accaduto, la signora ha poi sporto querela e, grazie alla presenza di una telecamera all’interno dell’abitazione, si è riuscito ad immortalare il corriere. Le immagini estrapolate dai poliziotti hanno permesso alla donna, tramite un’individuazione fotografica, di riconoscere il soggetto che si era introdotto in casa sua. Truffa simile subita a gennaio da una 86enne della zona Appio Nuovo e, sempre a gennaio, da una 76enne della zona di Fidene. In questo caso il finto nipote ha chiesto all’anziana di andargli a comprare un tampone, confessandole poi di essere in gravi difficoltà economiche e chiedendole quindi 8000 euro senza i quali sarebbe stato denunciato. La vittima è stata poi contattata da un sedicente direttore del locale ufficio postale il quale le ha confermato i problemi finanziari del finto nipote chiedendole di provvedere al pagamento, anche con monili e preziosi. Come nei casi precedenti, pochi istanti dopo è arrivato un finto dipendente dell’ufficio postale per “ritirare” soldi e preziosi. La stessa tecnica è stata infine usata con un’altra anziana di 79 anni della zona di San Basilio che, addirittura, ha consegnato ai malfattori quasi 49mila euro.

Gli investigatori, attraverso una serrata attività di indagine, coordinata dalla Procura capitolina, sono riusciti a ricostruire un quadro di fatto sovrapponibile tra le vicende e a risalire ai presunti autori.

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