Le polemiche, i veleni, la strategia quasi da scacchisti. Poi un fatto concreto, destinato a cambiare il vento all’interno della creatura politica messa in piedi da Carlo Calenda e Matteo Renzi: “Alle 18.30 di oggi è convocato il Comitato Politico del Terzo Polo per discussione e votazione della proposta di costituzione del partito unico. Altro tempo da perdere non ne abbiamo”. Parole – su Twitter – del leader di Azione. Un redde rationem, una conta. Che arriva dopo giorni di accuse incrociate violentissime e tutte pubbliche. L’ultima nella serata di martedì 11 aprile, quando Calenda ha pubblicato sempre sui social il documento con cui ha proposto a Renzi la fusione di Azione e Italia Viva in un nuovo progetto politico.

“Questa è la proposta mandata solo a Renzi per la costituzione del partito unico settimane fa e da lui respinta – ha scritto l’ex ministro – Non prevede alcuno scioglimento preventivo di IV e Azione, anzi si parla del 2025. E sono presenti tutte le garanzie di democraticità. Aspettiamo risposte di merito”. Chiaro il riferimento alla road map più volte richiamata nel processo di discussione del comitato politico del Terzo Polo. Nel documento inoltre si legge: “Azione e IV trasferiranno al nuovo partito il 70% delle somme ricevute dal 2 per 1000 a partire dalla 2° rata del 2023 fino allo scioglimento dei partiti che dovrà avvenire entro il 1° trimestre del 2025″.

Non si è fatta attendere la riposta dei renziani: “Risulta ancora una volta incomprensibile la discussione innescata ieri. Tanto rumore, per nulla” fanno sapere dall’Ufficio stampa di Italia Viva, che “conferma il proprio via libera al progetto partito unico democratico dal basso, senza bisogno di alcun ultimatum utili a livello mediatico ma totalmente surreali. IV – è scritto nella nota – ha riunito la propria assemblea nazionale lo scorso 4 dicembre a Milano e riunirà la prossima assemblea nazionale il 10 giugno a Napoli”. Poi altri dettagli: “A differenza di quanto riportato tale documento non è stato inviato solo a Renzi ma trasmesso a tutto il gruppo dirigente di Italia Viva. È altresì falso che a tale documento non sia arrivata una risposta”. E ancora: “Due giorni dopo averlo ricevuto, infatti, il gruppo dirigente di Italia Viva si è riunito via zoom e ha risposto con una nota ufficiale contenente alcune proposte di modifiche, essenzialmente riguardanti le garanzie di un percorso democratico dal basso. I punti ancora aperti – fanno sapere – saranno sciolti dal lavoro dei comitati indicati dal documento e saranno poi offerti all’approvazione delle assemblee nazionali”, prosegue Iv. “Si fa altresì notare come i gruppi di lavoro, vale a dire il gruppo che si occuperà di scrivere il manifesto dei valori e quello delle regole, sono definiti e in alcuni casi si sono già riuniti. Per il manifesto dei valori IV ha indicato Bellanova, Noja, Scalfarotto, Gadda, Marattin. Per il comitato delle regole Rosato, D’Alessandro, Faraone, Paita e Fregolent“, spiega ancora Iv.

Meno diplomatico, come suo stile, Carlo Calenda, che in un’intervista al Corriere della sera ha spiegato che “Renzi si rifiuta di prendere l’impegno di sciogliere Italia viva quando nascerà il nuovo partito e sta bloccando ogni passo avanti sulla strada del partito unico”. Questo, per Calenda, “è un problema”, perché “se da due partiti non nasce un partito ma ne nascono tre, significa semplicemente che vuoi tenerti le mani libere”. La precondizione che pone per la nascita del partito unico è lo scioglimento di Italia Viva: “Se non è disponibile non nasce nessun partito”. L’impressione del segretario di Azione è “che lui”, Renzi, “voglia bloccare tutto fino alle Europee ritardando ogni decisione”. Ma “non puoi fare credibilmente un partito – dice – con uno che ti avverte che farà il direttore del Riformista un quarto d’ora prima che accada”. Calenda ha sottolineato il suo impegno nel portare avanti il progetto unitario. “Su questo partito lavoriamo tutti 25 ore al giorno insieme a Elena Bonetti, con cui ho un ottimo rapporto. Ma il nostro progetto non può dipendere da una persona che per il 90% del suo tempo fa altro e che ogni tanto torna” e “smonta tutto il lavoro fatto”. E sulla possibilità di contrapporgli al congresso altre figure alla guida del Terzo polo, il segretario di azione ha affermato di avere “auspicato pubblicamente mille volte che ci siano altri contendenti“.

Il tutto mentre Italia Viva si è congratulata con Massimo Ungaro e Laura Garavini, nominati nuovi Responsabili Estero del partito. “Con la loro ricca esperienza tra le comunità degli italiani nel mondo e nelle istituzioni – Laura come Vice-Capogruppo al Senato e Massimo come Segretario d’Aula alla Camera nella scorsa legislatura – sono le figure ideali per coordinare tutti i comitati esteri di #ItaliaViva – ha fatto sapere il partito di Renzi sui social – continuare a far crescere il nostro partito nel mondo e contribuire alla definizione di una proposta riformista e liberal-democratica sui temi di politica estera. Buon lavoro”.

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