Un piano di trasferimento degli esemplari “problematici”. Questo il primo provvedimento allo studio del governo dopo un incontro a Roma tra il ministro Pichetto Fratin e il presidente della provincia, Maurizio Fugatti. La decisione arriva dopo la morte di Andrea Papi, il 26enne morto nei boschi intorno a Caldes dopo l’aggessione di un orso. Mentre l’intera val di Sole si prepara a una giornata di lutto cittadino – domani i funerali – Roma e Trento trattano i primi provvedimenti: dall’abbattimento di orsi ‘problematici’ ai trasferimenti di massa fino agli spray anti-orso per i forestali e i poliziotti.

Il piano di trasferimento degli orsi dal Trentino ad altre zone sarà valutato da Ministero dell’Ambiente e Provincia autonoma di Trento con lo scopo di mantenere un numero sostenibile di esemplari sul territorio trentino. Sulla gestione degli orsi sulle Alpi sarà istituito un tavolo tecnico fra ministero, provincia e Ispra. Trento potrà decidere, per gli esemplari aggressivi, anche l’abbattimento.

Nell’incontro il governatore Fugatti ha evidenziato la necessità di portare il progetto di reintroduzione dell’orso in Trentino, risalente al 1999, al suo obiettivo originario. Il ministro ha confermato la piena collaborazione del Ministero dell’Ambiente e ha raccomandato a Fugatti la massima condivisione con Ispra delle procedure che porteranno all’individuazione dei soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi per l’uomo, nei confronti dei quali il governatore ha la facoltà di adottare misure di abbattimento. Durante un incontro di Fugatti con il vicepremier Matteo Salvini si è anche parlato della dotazione (anche per le forze dell’ordine) dello spray anti-orso, come già avviene in altri Paesi.

L’ipotesi di abbattimento ha scatenato le reazioni su fronte ambientalista. Per Reinhold Messner “la convivenza con lupi e orsi su un territorio antropizzato e di piccole dimensioni com’è il nostro, non è più sostenibile”. Gli animalisti si oppongono invece a quello che definiscono “lo sterminio degli orsi” (Lndc). Al confine con il Veneto l’associazione centopercentoanimalisti ha appeso la scritta “Benvenuti nella terra dove ammazzano gli orsi”. Mentre sta facendo il giro del web anche l’audio registrato lo scorso dicembre da un giovane ingegnere di Ausonia che affermava di essere stato aggredito e ferito da un orso durante un escursione nella valle di Comino. In Lucchesia, invece, una donna di 50 anni sarebbe invece stata morsa da un lupo in una zona isolata di Porcari, nel tentativo di difendere il suo cane. Nel frattempo i promotori del sito ruralpini.it, da sempre critico nei confronti del progetto di ripopolamento Life Ursus, rilanciano “come atto simbolico di solidarietà e vicinanza l’appello che sta diffondendosi sui social affinché la sera del giorno dei funerali venga esposto un lumino acceso sulle finestre delle case”.

Articolo Precedente

La pena di morte per gli orsi è una soluzione? Di sicuro siamo lontani dalle leggi della natura

next
Articolo Successivo

La siccità e la lezione degli Ittiti: civiltà altamente sviluppate sono crollate per climi inariditi

next