Andrea Papi era ancora vivo quando è stato aggredito, da parte di un orso. I primi riscontri dell’autopsia sul corpo del 26enne runner trentinoritrovato morto giovedì, dopo essere scomparso la sera prima – confermano che è stato ucciso da un orso mentre stava scendendo di corsa dal monte Peller per far rientro a casa, dove era atteso per cena. L’incontro è avvenuto dopo la svolta da una curva cieca. Un attacco fatale, dal quale Papi ha provato a difendersi con un bastone. Tutto inutile. La Giunta provinciale di Trento poco dopo l’esito dell’autopsia ha annunciato che provvederà a emettere “un provvedimento contingibile e urgente per la rimozione di un orso pericoloso per incolumità e sicurezza pubblica“. Lo ha reso noto, in conferenza stampa, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. “Il dispositivo – ha aggiunto Fugatti – prevede che il Corpo forestale dia seguito all’ordinanza, proseguendo il monitoraggio dell’area e procedendo nel più breve tempo possibile all’identificazione genetica dell’esemplare responsabile dell’aggressione e di procedere nell’abbattimento. Eventuali esemplari catturati nelle operazioni potranno essere custoditi in cattività in attesa della conferma genetica”.

La Procura di Trento, che ha aperto un fascicolo modello 45, senza notizia di reato, aveva nominato un collegio di tre periti composto da un medico legale, un esperto di dna animale e un veterinario, chiamati a definire le cause della morte del giovane. Gli esperti dovevano chiarire se è stato un orso a uccidere il 26enne o se le lesioni presenti sul corpo fossero successive al decesso. I rilievi confermano la prima ipotesi ed è già stato dato il nulla osta alla sepoltura. Rimane da individuare l’esemplare responsabile dell’aggressione, per cui sono stati disposti gli esami sui campioni di dna prelevato, che verranno eseguiti presso i laboratori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Nell’arco di un paio di giorni dovrebbero arrivare i risultati genetici che daranno appunto un’identità all’orso che si trovava nella zona.

Adesso dunque partirà la caccia all’esemplare, uno dei venti che vivono in Val di Sole, anche se non è detto che non si tratti di un animale che si è spostato da altre valli. In Trentino sono in totale 120 gli esemplari censiti, un numero sempre crescente da quando è iniziato il ripopolamento – circa vent’anni fa – con il trasporto di due esemplari sloveni. L’ultimo attacco prima di quello a Papi risale al 5 marzo, quando un orso attaccò un escursionista lungo un sentiero sempre della Val di Sole. L’uomo, Alessandro Cicolini, venne morso alla testa e al braccio.

Il Wwf Italia, esprimendo la sua “vicinanza alla famiglia della vittima”, sottolinea come in Trentino “in questi ultimi 20 anni gli episodi di interazione aggressiva di orsi a persone sono stati 7“, nessuno dei quali aveva portato finora “a conseguenze letali per le persone”. Per l’associazione si tratta quindi del “primo caso di attacco mortale di un orso in Italia”. In questo caso il Wwf Italia, “tenuto conto della gravità dell’episodio, della dinamica e ovviamente solo dopo una sicura identificazione genetica dell’individuo ritiene che vada applicato il protocollo previsto dal Pacobace che contempla anche la rimozione dell’individuo“. “Saremmo in questo caso infatti davanti ad un episodio ben diverso da quelli che hanno portato in passato (ultimo caso con l’orso MJ5 a marzo scorso) a ordinanze di cattura e abbattimento, a nostro parere spesso immotivate e non proporzionate, da parte della Provincia Autonoma di Trento”, spiega l’associazione.

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