Le alleanze sbagliate e perdenti. L’accordo elettorale con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi non ha portato bene al Partito Democratico nelle elezioni comunali di Udine, dove sostiene la candidatura dell’ex rettore Alberto Felice De Toni. Il Pd si è fatto probabilmente ingolosire da quei 5.792 voti, pari al 12,82 per cento, che l’accoppiata di quello che vorrebbe essere il terzo polo aveva ottenuto alle politiche di settembre. Un piccolo serbatoio di voti che però, alla prova delle amministrative locali si è dissolto per almeno due terzi. La coppia centrista ha, infatti, ottenuto un risultato modestissimo, circa 1.300 voti pari al 4,3 per cento dei 43.499 udinesi (54 per cento del corpo elettorale) che sono andati alle urne. Un accordo con Ivano Marchiol, dipendente regionale, presentato dal Movimento 5 stelle, da Udine Città Futura e Spazio Udine, avrebbe fruttato un bottino maggiore, visto che ha ottenuto poco più di 3.500 voti, pari al 9,3 per cento.

Il Pd si era fatto “illudere” dal comizio della segretaria Elly Schlein che ha richiamato centinaia di entusiasti militanti al Palamostre, trecento dei quali sono rimasti fuori dal teatro. L’effetto del “nuovo corso” quindi non c‘è stato e la lista del Pd è rimasta appena sotto il 20 per cento. Comunque alla coalizione di centrosinistra rimane la possibilità di ribaltare il risultato al secondo turno, anche se, date le premesse, i grillini non saranno invogliati ad andare a votare per Calenda e Renzi.

Dopo il primo turno, il centrodestra è avanti con il sindaco uscente Pietro Fontanini, un leghista da sempre, cresciuto all’ombra di Roberto Maroni. Ha ottenuto più di 17mila voti, pari al 46,1 per cento. Forse sperava nella maggioranza assoluta al primo turno, ma si deve accontentare e dovrà affrontare le insidie del ballottaggio avendo probabilmente fatto il pieno di voti. Il quarto candidato, infatti, è Stefano Salmè, con la lista Liberi Elettori, che ha raccolto molti no vax e no Greenpass. La sua dote raggiunge quasi il 5 per cento, ma non è detto che i suoi sostenitori vadano nei seggi anche al secondo turno.

L’elezione si gioca così sul filo di lana, una corsa a cui Fontanini è abituato. Cinque anni fa alla prima tornata prese il 41,49 per cento, lasciando lo sfidante di centrosinistra, Vincenzo Martines, al 35,86. Il recupero di quest’ultimo al ballottaggio fu formidabile e perse solo per 280 schede di differenza, 18.550 contro 18.830, su 37.380 voti validi. In casa del centrodestra i risultati del primo turno non premiano affatto Giorgia Meloni, se si pensa che nel settembre scorso nella città capoluogo di provincia aveva ottenuto 11.606 preferenze, pari al 25,69 per cento, adesso con una percentuale quasi dimezzata e complice il minor afflusso ai seggi, Fratelli d’Italia superano appena i 4mila voti, essendo scesi al 14,2 per cento, con una perdita secca dell’11,5 per cento. Sei mesi fa la Lega era piombata al 7,81 per cento. Pur considerando che le elezioni generali e quelle amministrative locali hanno implicazioni diverse, la Lega si consola visto che è risalita arrivando a sfiorare il 10 per cento. È pur vero che appartengono alla galassia leghista anche Identità Fedriga, una civica che ha sfruttato il traino del presidente della Regione ed è arrivata al 9,2 per cento, e Fontanini Sindaco, lista personalizzata del candidato, con il 7,4 per cento. Forza Italia ottiene un 5 per cento che le consente di sentirsi ancora viva.

Commento di Fontanini: “Sono arrivato primo, a un soffio dal superare il 50 per cento. Guardo a queste due settimane che ci separano dal ballottaggio con fiducia. Continuerò ad incontrare i cittadini, a spiegare quello che ho fatto e quello che voglio fare”. Replica dell’ex rettore De Toni: “Fontanini e i suoi erano convinti di vincere al primo turno, ma così non è stato. Pensavano che bastasse portare in città una sfilata di ministri, ma qui si vota per il sindaco e le dinamiche nazionali passano in secondo piano. La partita non è ancora chiusa”.

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Nella foto in alto – Da sinistra il sindaco uscente Pietro Fontanini e il candidato del centrosinistra Alberto Felice De Toni

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