Pagati 2 euro all’ora per lavorare fino a 12 ore al giorno, sabato e domenica comprese, in qualsiasi condizione meteorologica, nella costruzione di impianti fotovoltaici nel Salento. Migranti provenienti da Guinea, Marocco, Senegal, Tunisia e altri paesi extra Ue, spesso privi di permesso di soggiorno, erano costretti in queste condizioni, senza riposi, per concludere le opere in fretta di modo che l’azienda non perdere i finanziamenti del Piano energia che avevano permesso alla italo-spagnola Tecnova, poi dichiarata fallita, di installare i pannelli tra le province di Brindisi e Lecce.

L’impianto accusatorio che aveva ricostruito questa vicenda oltre dieci anni fa è arrivato a una prima verifica, sostanzialmente reggendola: la Corte d’Assise di Lecce ha condannato a pene tra i 10 e i 18 anni di carcere 7 persone, tutti amministratori, soci e capi cantiere della Tecnova. Cinque invece le assoluzioni con la formula per non aver commesso il fatto. Le accuse, a vario titolo, erano di avere fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e riduzione in schiavitù di centinaia di lavoratori migranti irregolari, per lo più africani.

L’indagine era partita nel novembre 2010 dalla procura di Brindisi dopo le denunce di alcuni dei lavoratori e aveva portato nell’aprile 2011 alla esecuzione di misure cautelari nei confronti di 15 persone nel Brindisino e nel Leccese. L’inchiesta della Squadra mobile di Lecce e della Guardia di finanza di Brindisi, sotto il coordinamento del pubblico ministero della Dda leccese Alessio Coccioli, aveva ricostruito come i migranti fossero sottoposti a turni “massacranti” in condizioni “disumane, degradanti, e stressanti”, si leggeva nel capo d’imputazione. Per questo, al termine del dibattimento, la pm Carmen Ruggiero aveva chiesto pene pesanti per buona parte degli imputati.

I giudici hanno sposato l’impianto accusatorio condannato Luis Miguel Castellanos Cardenos e Luis Manuel Gutierrez Nunez a 18 anni, José Fernando Bascunana Martinez a 16 anni e altre quattro persone – Laura Martin Garcia, Didier Canedo Gutierrez, Andres Felipe Castellanos, Brahim Lebhihe – a 10 anni. Sentenza di assoluzione è stata invece emessa nei confronti di Marco Damiano Bagnulo, Manuela Costabile, Cosima De Michele, Tatiana Tedesco, Anna Maria Bonetti. Per alcuni reati inizialmente contestati – tra cui il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – è stata dichiarata l’intervenuta prescrizione.

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