Da luogo occupato a centro culturale internazionale riconosciuto e regolarizzato: la storia del Tempio del Futuro Perduto cambia verso, per quella che a tutti gli effetti rappresenta una svolta. “È un avvenimento importantissimo di cui siamo particolarmente felici perché, anche se con modalità diverse da quelle che abbiamo sempre proposto e caldeggiato, si è aperto finalmente un canale di collaborazione con le istituzioni e, cosa più importante, un canale di comunicazione diretto tra queste ultime e le nuove generazioni milanesi. Un avvenimento che riconosce, sulla falsa riga del modello berlinese, l’esistenza di centri socioculturali ibridi gestiti realmente da giovani senza finanziamenti o sponsorizzazioni in spazi abbandonati e riqualificati autonomamente”. Tommaso Dapri, uno dei principali coordinatori delle attività che si tengono periodicamente al Tempio del Futuro Perduto, ha voluto commentare in questo modo quello che può definirsi un lieto fine: la regolarizzazione della struttura.

Quella del Tempio del Futuro Perduto, centro culturale meneghino sito in via Luigi Nono, a pochi passi dalla gemella Fabbrica del Vapore, è una vicenda che ha conosciuto diversi confronti con le figure istituzionali del Comune di Milano. Emerso nel 2018 dagli spazi abbandonati della vicina Fabbrica del Vapore, grazie alla riqualificazione spontanea portata avanti da giovani artisti indipendenti e da alcuni operatori della stessa Fabbrica, il Tempio del Futuro Perduto è stato in grado di offrire alla cittadinanza diverse attività culturali e sociali: performance internazionali e mostre artistiche, workshop di arti performative, corsi di formazione e processi di inserimento nel mondo del lavoro per rifugiati ed ex detenuti, uno sportello professionale di supporto psicologico specializzato in problematiche del mondo giovanile, conferenze sull’educazione sessuale e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, studi di design e stampa 3d, studi di produzione musicale, mercati dell’artigianato etico, dell’usato e del baratto, un progetto di book sharing imponente che ha visto transitare oltre 180.000 libri e una “scuola della techno”.

L’operato del collettivo si è inoltre focalizzato sulla beneficienza, in particolare grazie al Muro della Gentilezza, uno spazio esterno alla struttura sul quale sono esposti vestiti, libri, scarpe e altri beni donati dalla stessa cittadinanza che frequenta il Tempio e messi a disposizione di chi ne abbia bisogno. Nonostante i nobili intenti degli operatori, e della riqualificazione portata in auge sin dall’inizio dell’occupazione, i contenziosi con il Comune sono arrivati immediatamente. Come riportato in un precedente articolo de ilfattoquotidiano.it, subito dopo l’inaugurazione di questa realtà il Comune di Milano ha citato in giudizio gli stessi operatori, con l’accusa di “Invasione di terreni di proprietà pubblica” e “apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento”.

Un iter che ha visto l’assoluzione di Tommaso Dapri nel febbraio del 2022 (il fatto non costituiva reato), e che ha fatto sperare l’intero collettivo nella possibilità di tessere nuovi – e meno ostili – rapporti con il Comune. “Dall’assoluzione di Dapri – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Silvia Fontana, operatrice culturale dell’associazione Movement e fondatrice di Sala Nera – c’è stato un sopralluogo da parte della commissione welfare del Comune di Milano presso i nostri spazi, oltre a vari incontri presso Palazzo Marino. Da qui le istituzioni hanno ascoltato e accolto le nostre proposte, e a marzo di quest’anno siamo riusciti a vincere il bando per la concessione degli spazi attuali del Tempio e, di conseguenza, ottenere la regolarizzazione del centro. Per noi è un traguardo fondamentale: con la collaborazione del Comune saremo in grado non solo di portare avanti i nostri attuali progetti – ha continuato – ma di idearne di nuovi con l’ausilio di nuove realtà milanesi, come lo stesso Comune di Milano o la Fabbrica del Vapore, nonché di partecipare attivamente a eventi cittadini come la Design Week”.

Le associazioni culturali vincitrici dei bandi per la concessione degli spazi del Tempio sono Movement (arti performative e digitali), Nuovo Rinascimento (rigenerazione urbana e utilizzo di spazi pubblici), FregaProject (accessibilità e partecipazione a iniziative culturali da parte di persone diversamente abili). “Il collante del Tempio – ha proseguito Silvia Fontana – rimane comunque la caratteristica di essere un progetto che continua a essere portato avanti dalla cittadinanza stessa: rimarrà la rete con le associazioni cittadine con cui abbiamo da sempre mantenuto i contatti e con cui abbiamo collaborato in passato. Tra le nuove proposte di cui vorremmo discutere – ha continuato – si sta facendo spazio quella di dare la possibilità ai soci del Tempio di usufruire di agevolazioni in base al loro contributo portato alla struttura. Una forma di partecipazione che abbiamo voluto riprendere dai centri culturali nordeuropei, come quelli berlinesi, che pensiamo possa rendere il Tempio ancora più aperto alla cittadinanza meneghina, e in grado soprattutto di farsi esempio per altre future iniziative simili in tutta Italia”.

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