Numerosi socialdemocratici e sindacalisti tedeschi hanno firmato un appello al cancelliere Olaf Scholz perché si impegni in trattative di pace tra Russia e Ucraina. Promotori della campagna lo storico Peter Brandt, figlio dell’ex cancelliere Willy Brandt, assieme all’ex dirigente del sindacato Dgb Reiner Hoffmann, all’ex segretario parlamentare di Stato Michael Müller (Spd) e Reiner Braun dell’Internationalen Friedensbüro. Hanno incitato il cancelliere ad intervenire per fermare l’aggressione russa, ottenere un cessate il fuoco e trovare una via per trattative, stante che “la guerra è diventata una sanguinosa battaglia di posizione in cui ci sono solo perdenti”.

L’appello pubblicato una settimana fa sulla Berliner Zeitung e di cui hanno dato notizia anche la Frankfurter-Rundschau ed altre testate, ammonisce “ogni giorno cresce il rischio di un’escalation. Sull’Europa si staglia l’ombra di una guerra nucleare. Ma il mondo non deve marciare verso un altro grosso conflitto. Il mondo ha bisogno di pace”. Per i firmatari Scholz dovrebbe perciò impegnarsi con Francia, Brasile, Cina, India ed Indonesia in una trattativa “per raggiungere un rapido cessate il fuoco, terminare la carneficina e aprire la strada a possibilità di pace”. Anziché il predominio dei militari c’è bisogno “del linguaggio della diplomazia e della pace”.

Il manifesto dal titolo “Creare la pace” si può trovare per esteso sul sito dell’associazione Friedens-und Zukunftswerkstatt e.V. con i nomi degli oltre 240 firmatari, tra cui l’ex presidente del Bundestag Wolfgang Thierse, la teologa ex presidente delle Chiese evangeliche Margot Käßmann, l’ex presidente della Spd Norbert-Walter Borjans, l’ex vicepresidente della Commissione Europea Günter Verheugen, gli ex dirigenti del sindacato IG Metall Klaus Zwickel, Detlef Wetzel e Jürgen Peters ed il professore e politologo Hajo Funke.

L’ambasciatore ucraino a Berlino Oleksii Makeiev ha reagito dichiarando che l’appello è un esercizio di “puro cinismo nei confronti delle innumerevoli vittime dell’aggressione russa” ed ha come unico scopo quello di “coprire i crimini e le responsabilità della Russia”. Alla luce della brutale aggressione di Mosca l’unico appello pacifista dovrebbe essere “Signor Putin ritiri subito tutte le sue truppe dall’intero territorio ucraino!”, ha dichiarato il diplomatico.

Quella di Brandt non è la prima campagna che chiede un intervento diplomatico. Nessuna iniziativa però pare essere ancora implementabile sul campo. L’ex ambasciatore tedesco negli Usa Wolfgang Ischinger, per lungo periodo responsabile della Conferenza per la politica di sicurezza di Monaco, ha confermato in un’intervista una settimana fa che nell’immediato non si può intravvedere spazio per trattative, ma ha anch’egli invitato il governo tedesco a non restare impreparato e sforzarsi di costruire un’ampia alleanza diplomatica estesa a diversi Paesi del G20, riflettendo fin da ora su quali richieste potranno essere sostenute al tavolo negoziale con la Russia, come potranno essere implementate politicamente e giuridicamente, e controllate strategicamente sul campo.

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Nella foto in alto – Da sinistra Verheugen (LaPresse), Brandt (Wikipedia, TH.Korr – Own work CC BY-SA 3.0) e Thierse (LaPresse)

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