Al momento dell’esplosione domenica nel caffè di San Pietroburgo che ha ucciso il giornalista e blogger Vladlen Tatarsky, la giovane donna accusata di avergli consegnato la statuetta-bomba, Darya Trepova, sedeva tranquillamente a non più di quattro o cinque metri da lui. Il particolare, emerso da alcuni video diffusi sui social, potrebbe confermare che la donna non sapeva della presenza dell’esplosivo nella statuetta, come ha detto suo marito, secondo il quale è stata “incastrata e usata” da qualcuno. Nel video si vede la Trepova che sta per allontanarsi dopo avere consegnato il pacco con la statuetta a Tatarsky. Questi la richiama usando il nome di Nastia, – diminutivo di Anastasia, il nome con cui sembra si fosse presentata a lui – e la invita a sedersi non lontano da lui, alla sua sinistra. Poi Tatarsky apre il pacco ed estrae il busto, raffigurante un soldato. In un altro filmato si vede Tatarsky che ripone la statua nel pacco. E dopo pochi secondi avviene l’esplosione
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