Le notizie sulla guerra rendono sempre più probabile un olocausto finale. Putin ha reso noto che armi atomiche tattiche saranno presto installate in Bielorussia, ai confini dell’Ucraina. La guerra ha una sua logica ferrea ed è l’impiego di tutte le forze disponibili, tra le quali c’è oggi la bomba atomica il cui uso, prima o poi, diverrà inevitabile. Ciò vuol dire che la scelta della guerra, in considerazione del danno globale che gli ordigni atomici producono, oggi non è più possibile perché non porta assolutamente alla soluzione di controversie internazionali, ma alla distruzione completa del pianeta.

Su questo non è d’accordo Mario Monti, il quale dice che coloro che si oppongono all’invio delle armi in Ucraina non vedono al di là della punta del naso, mentre è vero il contrario poiché chi denuncia la sola dannosità della guerra, che come appena detto non ha più nessuna possibilità di risoluzione delle controversie internazionali, guarda ben più lontano della punta del naso. Questi pregiudizi pronunciati da persone che sono state i corifei del sistema economico predatorio neoliberista dovrebbero cessare di fronte alla visione concreta della realtà odierna.

Continuano intanto in forma crescente le immigrazioni che partono soprattutto dalla Tunisia e qui si dimostra l’assoluta incoerenza della legge Piantedosi n.1 del 2023, la quale complica le operazioni per il salvataggio dei migranti e le Capitanerie di porto hanno già denunciato alle Ong che le loro continue chiamate di salvataggio impediscono l’assolvimento dei pesanti adempimenti burocratici imposti dalla citata legge, la quale peraltro non propone idee idonee a risolvere un problema che tra qualche anno riguarderà lo spostamento in Europa di circa tre miliardi di africani. L’idea di evitare le loro partenze o di respingerli, in netta violazione del Trattato di Ginevra, è dunque pura fantasia.

Tra le grandi sciagure italiane si aggiunge quella della legge di attuazione dell’articolo 116 Costituzione sulle autonomie differenziate. È da precisare che la cancellazione dell’originario primo comma dell’articolo 117 secondo il quale le regioni, nel legiferare, devono rispettare l’interesse nazionale e quello delle altre regioni, e l’istituzione dell’appena citato articolo 116, sono due disposizioni assolutamente in violazione dei principi fondamentali e inattaccabili della nostra Costituzione e che, piuttosto che essere attuati, devono essere portati davanti alla Corte costituzionale per il loro annullamento.

In sostanza i regionalisti che hanno attuato la modifica del titolo V della Costituzione con la legge costituzionale numero tre del 2001 hanno violato la struttura portante della nostra Costituzione la cui realizzazione, come ha messo in evidenza in tv Milena Gabanelli, sconvolgerebbe totalmente, tra l’altro, l’assetto tributario italiano, nel senso che le regioni ad autonomie differenziate tratterrebbero presso di sé le tasse riscosse nel proprio territorio e in più avrebbero dei contributi statali consistenti in tasse riscosse nei territori delle regioni che non sono ad autonomia differenziata trasformando queste ultime in regioni satellite costrette a vivere nella più nera miseria contro l’elementare principio costituzionale dell’eguaglianza economica e sociale di cui all’articolo 3 Cost.

In sostanza si stanno realizzando in pieno gli obiettivi del neoliberismo che consistono nella trasformazione dell’economia dello scambio in un’economia della concorrenza fondata sulla cosiddetta finanza creativa che pone la stabilità dei prezzi nelle mani degli speculatori e delle loro scommesse, come avvenuto per la Suisse Bank e per la Deutsche Bank, due banche che, come si sarebbe detto fino a ieri, assolutamente inattaccabili.

Urge che gli italiani si sveglino e con manifestazioni conformi al diritto di difesa di ogni cittadino, sancito in Costituzione, impediscano che questo obbrobrio regionalista distruttivo dell’utilità d’Italia non abbia applicazione utilizzando in particolare l’articolo 40 che autorizza il diritto di sciopero e l’articolo 137 Cost. che sancisce il diritto di tutti, in quanto parte della comunità, a ricorrere alla Corte costituzionale con giudizio incidentale contro le violazioni dei principi fondamentali della Costituzione e in ultima analisi dell’unità d’Italia.

Tutto questo ha a fondamento un fatto che viene platealmente nascosto dai cultori neoliberisti: Draghi, Amato, Prodi, Monti, Renzi ecc., che con i loro governi hanno dato un contributo mortale alla distruzione del patrimonio pubblico comune e inalienabile del Popolo italiano riducendo la nostra economia mista in un’economia soltanto privata che sfugge a qualsiasi controllo da parte della legge ed è indirizzata soltanto a fini di interesse individuale e non più a fini sociali come prescrive il terzo comma, all’articolo 41 della Costituzione. La mia conclusione è sempre la stessa: è indispensabile attuare la Costituzione oppure si rischia di essere ricordati come traditori della Patria.

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