Dopo le discussioni nate intorno alla sua convocazione, Mateo Retegui ha risposto nel modo migliore segnando due reti nelle prime due presenze in Nazionale. Due gol che salvano soprattutto il ct Roberto Mancini, che alla fine sul campo può dire di aver avuto ragione. Se infatti il gol di Napoli contro gli inglesi è servito a rendere meno amara una sconfitta comunque pesante, quello di domenica sera a Malta ha invece sbloccato una partita che altrimenti sarebbe potuta diventare difficile. Retegui inoltre si unisce a un piccolo club, composto solo di altri tre giocatori, che negli ultimi 51 anni sono andati a segno nelle loro prime due gare consecutive in maglia azzurra: Giorgio Chinaglia (1972); Enrico Chiesa (1996); Riccardo Orsolini (2019-2020).

Un piccolo record che però non ha convinto del tutto gli scettici. In prima fila c’è Dino Zoff che a Radio Anch’io Sport, su Rai Radio Uno, ha commentato: “Retegui l’uomo giusto per questa Nazionale? Non si può dire di aver trovato l’uomo giusto dopo una partita e mezzo, quando c’è Immobile che segna 50 gol a stagione da tre anni, bisogna metterci d’accordo. Sicuramente non ce ne sono tanti, è un dato di fatto. Però non che arriva uno e può scalzare uno che fa 50 gol all’anno. È un’esagerazione“.

Il commento dell’ex portiere e ct della Nazionale è netto. Ma Zoff ha riconosciuto anche che Mancini si trova a lavorare in un contesto difficile: “Ci sono pochi giocatori italiani. Ai miei tempi, in Friuli eravamo dieci-dodici in Serie A e due-tre in Nazionale maggiore. Poi per trent’anni il Friuli non ha avuto giocatori in Serie A. Ci sono proprio meno giovani italiani che giocano. Non ce ne sono tanto bravi anche all’estero. Mancini, avendo poche possibilità, ne convoca tanti“. Poi il campione del mondo di Spagna ’82 ha aggiunto: “Ci sta puntare sulle seconde generazioni, anche perché se i giocatori non ci sono non è che smettiamo di giocare a calcio. Africa e Sudamerica producono sempre un sacco di giocatori, hanno la possibilità di fare qello che facevamo noi negli anni ’60: passare ore e ore a giocare in grandi spazi. Adesso invece i giovani giocano due volte a settimana per un’ora ed è già tanto”.

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