di Alessio Andreoli

E’ sicuramente importante per qualsiasi governo, in qualsiasi Stato del mondo, rendere i propri cittadini orgogliosi della nazione e del governo stessi. La costruzione di un’opera, di un manufatto unico al mondo è certamente uno dei mezzi per rendere orgoglioso un popolo, ovviamente quando questa iniziativa non ha lo scopo di soddisfare l’ambizione di un solo uomo o di un solo schieramento al di là del comune buon senso.

Sto ovviamente scrivendo del ponte sullo Stretto di Messina tanto decantato dal ministro delle Infrastrutture Salvini e guarda caso dal buon Bruno Vespa nei suoi Cinque minuti con tanto di modellino in bella vista.

Da inesperto non mi addentro su nessun aspetto tecnico anche se, a mio parere, una sola campata di oltre tre km in una zona altamente sismica, sferzata da forti venti, richiede soluzioni mai sperimentate e talmente innovative che proprio perché tali potrebbero nascondere numerose, rischiosissime e occulte insidie che ingannerebbero, tradirebbero, anche il progettista più creativo e prestigioso.

Non mi addentro nemmeno nell’ambito ambientalistico, ma non dal punto di vista estetico, bensì relativamente al fatto che lo Stretto è un punto di riferimento per riposarsi e rifocillarsi di ben trecentoventotto specie diverse di uccelli migratori che poi si sposteranno in tutta Europa come ci descrive con precisione Anna Giordano dell’associazione Mediterraneo in una intervista data al canale video youtube di tempostretto.it, quotidiano online delle Aree Metropolitane di Messina e Reggio Calabria.

Francamente per me i rischi dovuti alla zona altamente sismica, l’innovazione tecnica mai sperimentata per un tratto così lungo e la devastazione ambientale sono motivi già più che sufficienti per non procedere, ma la mia critica è solo ed esclusivamente sul piano economico. In una Regione dove lo stesso Salvini ha toccato con mano l’inefficienza della rete ferroviaria, dove le autostrade e le statali sono zeppe di cantieri, dove le zone a rischio idrogeologico non si contano e richiederebbero interventi urgenti, dove la maggioranza delle costruzioni non rispettano i più elementari sistemi antisismici; in una Regione dove la dispersione dell’acqua è circa la metà di quella distribuita in un momento storico dove la siccità ci affligge addirittura in pieno inverno, il nostro governo, Salvini in particolare vuole spendere fior di miliardi in un ponte.

E’ come se nel condominio dove abito avessimo il tetto che fa acqua, l’impianto idrosanitario guasto, l’ascensore rotto, i muri con profonde crepe, i serramenti rotti, i garage che si allagano quando piove e l’amministratore ci proponesse di rifare il giardino e abbellirlo con nuovi fiori! Mi chiedo: ma dove è finito l’orgoglio dei siciliani? Dove sono i discendenti e gli eredi di quegli eroi delle Eolie che nel 1971 si ribellarono allo sbarco dei mafiosi nell’isola di Filicudi?
Dov’è il popolo delle Eolie che si oppose allo stato con tanta forza e determinazione?

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Il vicepresidente della Commissione Ue: “Aperti a discussione su e-fuels”. Nessuna menzione sui bio-combustibili chiesti dall’Italia

next
Articolo Successivo

Torna la paura sui mercati. Nel mirino i titoli bancari tedeschi. Deutsche Bank argina il crollo nel finale. Scholz: “Banche sicure”

next